Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che si recherà “nei prossimi giorni” a Mayotte per sostenere le vittime del ciclone Chido, che ha devastato l’arcipelago e provocato almeno 21 morti. Macron ha inoltre dichiarato che proclamerà “il lutto nazionale” in seguito alla tragedia.
“Si tratta di affrontare le emergenze e iniziare a prepararsi per il futuro”, ha dichiarato il capo dell’Eliseo in un messaggio su X dopo una riunione di crisi. I servizi di emergenza, intanto, continuano le operazioni di soccorso in un contesto drammatico: “Tutto è devastato”, ha commentato il ministro dell’Interno Bruno Retailleau, di ritorno da Mayotte.
Il bilancio ufficiale, comunicato dal ministero dell’Interno di Parigi, parla di almeno 21 vittime, ma le autorità temono che possa salire ulteriormente. I soccorsi hanno già effettuato 25 evacuazioni mediche d’urgenza verso l’isola della Riunione, a 1.400 km di distanza, e il ministro della Sanità, Geneviève Darrieussecq, ha assicurato che tali operazioni “continueranno nei prossimi giorni”.
Nelle zone più fragili dell’isola, i quartieri informali che ospitano circa un terzo della popolazione, la situazione è drammatica. Migliaia di persone si trovano senza acqua, elettricità e riparo, mentre la rete telefonica è parzialmente fuori uso. “Intere famiglie” sono rimaste senza nulla, ha riferito Florent Vallée della Croce Rossa francese. I soccorritori temono che molte vittime possano trovarsi tra le macerie delle baraccopoli densamente abitate, in particolare sulle alture di Mamoudzou.
“Ringraziamo Dio di essere vivi, ma è una catastrofe”, racconta Ibrahim Saidi, un residente intervistato dai media. Come lui, molti abitanti hanno iniziato a ricostruire con mezzi di fortuna ciò che rimane delle loro case.
Per far fronte alla crisi, un ponte aereo e marittimo è stato istituito tra l’isola della Riunione e Mayotte per il trasporto di attrezzature e personale. La Croce Rossa francese ha annunciato l’invio di 20 tonnellate di aiuti e l’arrivo di squadre specializzate: medici, tecnici e operatori di emergenza. “Stabiliremo una base logistica nella Riunione, con più rotazioni per trasportare tutto il necessario”, ha spiegato Baptiste Rivoire, della Protezione Civile.
Anche la tecnologia spaziale sarà impiegata per facilitare i soccorsi. Le immagini dei satelliti francesi, fornite dal programma europeo Copernicus, permetteranno di individuare strade bloccate e zone isolate, migliorando l’efficienza delle operazioni di emergenza.
Dopo l’arcipelago delle Comore, il ciclone Chido ha colpito anche il Mozambico, in particolare le province settentrionali di Cabo Delgado e Nampula, causando vittime e danni significativi. Secondo la stampa locale, almeno tre persone hanno perso la vita nella città di Pemba, situata circa 40 chilometri a nord del punto in cui il ciclone ha toccato terra.
Le forti raffiche di vento, che hanno raggiunto velocità fino a 240 km/h, hanno distrutto abitazioni, scuole e strutture sanitarie, lasciando molte comunità senza accesso a servizi essenziali. Inoltre, sono stati segnalati blackout elettrici diffusi, complicando ulteriormente le operazioni di soccorso.
Le autorità locali, insieme alle organizzazioni umanitarie, stanno lavorando per fornire assistenza alle popolazioni colpite, distribuendo beni di prima necessità e cercando di ripristinare i servizi interrotti. Tuttavia, le condizioni meteorologiche avverse e le infrastrutture danneggiate rappresentano sfide significative per gli sforzi di soccorso.
Il governo del Mozambico ha dichiarato lo stato di emergenza nelle aree colpite e ha lanciato un appello alla comunità internazionale per ottenere supporto nella gestione della crisi e nella ricostruzione post-disastro.
La stagione dei cicloni nell’Oceano Indiano sud-occidentale dura tipicamente da dicembre a marzo, e negli ultimi anni l’Africa meridionale è stata colpita da una serie di cicloni particolarmente distruttivi. Eventi come il ciclone Idai nel 2019 e il ciclone Freddy nel 2023 hanno causato migliaia di morti e danni ingenti in Mozambico e nei Paesi vicini.