La giustizia francese ha nominato un magistrato dell’unità Crimini contro l’umanità per indagare sugli atti di tortura che Sylvia e Noereddin Bongo avrebbero subito durante la loro detenzione.
I loro avvocati avevano sporto denuncia in Francia, invocando “trattamenti degradanti” e definendo “false” le dichiarazioni del pubblico ministero gabonese, che aveva negato questi fatti. Oggi, in una conferenza stampa, la difesa ha rivelato i dettagli di questa procedura avviata in Francia e ha denunciato le condizioni di detenzione considerate inumane per i suoi clienti.
Gli avvocati hanno affermato ieri di aver “riconosciuto” segni di tortura sul corpo del figlio dell’ex presidente Ali Bongo, la cui moglie, secondo loro, avrebbe subito “tortura”. “Sono stato un ex ambasciatore per i diritti umani e qualche volta nella mia vita ho visto persone torturate e ho riconosciuto i segni delle scariche elettriche sul suo petto e sulla sua schiena”, ha dichiarato l’avvocato François Zimeray. Sylvia Bongo, dal canto suo, ha descritto ai suoi avvocati “trattamenti degradanti come getti di acqua fredda e soprattutto la tortura psicologica di vedere il proprio figlio torturato davanti ai propri occhi”, secondo Zimeray.
“Ora che è stato nominato un magistrato inquirente dell’unità Crimini contro l’umanità, gli chiederemo di svolgere delle indagini e di ascoltare un certo numero di persone che sospettiamo abbiano commesso o ordinato questo tortura. Si tratta di un importante passo avanti procedurale che porterà a convocazioni e possibilmente mandati di arresto. Questo è il senso del ricorso che abbiamo presentato a Parigi e che intendiamo portare avanti fino alla sua conclusione. Vale a dire la condanna, l’arresto e la condanna dei responsabili”, ha dichiarato l’avvocato Zimeray
Quasi un anno e mezzo dopo l’incarcerazione dei loro clienti, gli avvocati francesi hanno potuto visitarli in carcere alla fine di dicembre, dove “le loro condizioni costituiscono di per sé una tortura”, hanno affermato.
L’ex first lady del Gabon, Sylvia Bongo Ondimba, di origine francese, e suo figlio Noereddin sono imprigionati in Gabon nella prigione centrale di Libreville dal colpo di Stato dell’agosto 2023, che ha rovesciato il presidente Ali Bongo Ondimba.