Le forze armate beninesi hanno subito un pesante attacco, mercoledì sera, nella regione di Alibori, nei pressi del confine con i vicini saheliani Niger e Burkina Faso, un attacco che ha visto coinvolta “una delle postazioni migliori e meglio equipaggiate” dell’esercito beninese. Lo si apprende dai media locali, che citano il capo di Stato maggiore dell’esercito beninese, colonnello Faizou Gomina. L’attacco non è stato ufficialmente rivendicato.
“Abbiamo subito un duro colpo” ha detto Gomina, che tuttavia non ha fornito un bilancio delle vittime. Secondo il principale partito di opposizione del Paese, i Democratici, sarebbero almeno 30 i soldati rimasti uccisi nello scontro a fuoco che è seguito all’attacco. Secondo Afp il bilancio è di almeno 28 morti. “Stiamo continuando le operazioni di bonifica. Finora sono stati neutralizzati quaranta aggressori” ha detto ieri Gomina ai giornalisti; rivolgendosi poi agli ufficiali dell’esercito, il colonnello ha chiesto più attenzione ed ha invitato i comandanti militari a migliorare le loro strategie operative per contrastare le minacce alla sicurezza.
Negli ultimi anni il Paese ha assistito a un aumento costante degli attacchi, perpetrati da gruppi islamisti, nella regione settentrionale, attribuiti a gruppi che hanno con base operativa nei paesi vicini. Tra il 2021 e il dicembre 2024 sono stati uccisi più di 120 ufficiali militari beninesi e, nel 2022, il Benin ha schierato circa 3.000 soldati per frenare le incursioni transfrontaliere e rafforzare la sicurezza nel nord. A dicembre, tre soldati beninesi sono rimasti uccisi e altri quattro feriti in un attacco nel nord-est del Benin. A giugno, sette soldati beninesi sono stati uccisi in un attacco nel Parco nazionale del Pendjari, al confine con il Burkina Faso.