Centinaia di sostenitori dell’opposizione sono scesi ieri in piazza a Maputo, la capitale del Mozambico, mentre Daniel Chapo ha giurato come quinto presidente del Paese in un clima di alta tensione. Le proteste pacifiche sono state bloccate dalla polizia, che ha sigillato le strade intorno al municipio, teatro della cerimonia alla quale hanno partecipato 2.500 ospiti, tra cui i presidenti di Sudafrica e Guinea-Bissau e rappresentanti di altre nazioni.
Un gruppo di monitoraggio della società civile locale ha dichiarato che almeno altre otto persone sono state uccise ieri negli scontri con le forze di sicurezza, portando il numero complessivo delle vittime dopo il voto del 9 ottobre a oltre 300.
Mondlane ha guidato proteste attraverso i social media. Recentemente tornato dall’esilio, Mondlane ha ulteriori manifestazioni contro l’insediamento del parlamento e del nuovo presidente.
Oltre alla crisi politica, Chapo, il primo presidente che non ha partecipato alla lotta di liberazione in Mozambico, eredita sfide significative: un’insurrezione jihadista nella provincia settentrionale di Cabo Delgado, un’economia fragile, disoccupazione elevata e scioperi frequenti. “Il Mozambico non può continuare a essere ostaggio di corruzione e ingiustizia”, ha affermato, promettendo di reindirizzare le risorse pubbliche per migliorare la qualità della vita. Nonostante gli impegni, gli analisti restano cauti. “Il Paese è diviso. Prima di tutto, è necessaria la riconciliazione nazionale”, ha osservato l’economista Evaristo Cumbane.
Nel suo discorso inaugurale, Chapo ha ribadito l’impegno a combattere corruzione, nepotismo e inefficienza, sottolineando l’urgenza di una riconciliazione nazionale e di riforme per rilanciare l’economia e decentralizzare il potere. Tuttavia, la legittimità della sua presidenza è messa in dubbio da molteplici settori della società civile, che denunciano il contesto fraudolento delle elezioni.
Analisti sottolineano la necessità per Chapo di instaurare un dialogo costruttivo con l’opposizione, in particolare con Mondlane. Secondo l’attivista Mirna Chitsungo, intervistata dalla Bbc, Chapo possiede il potenziale per negoziare e avviare cambiamenti, ma dovrà affrontare resistenze interne e una profonda sfiducia pubblica.
Le sfide per il nuovo presidente includono lo smantellamento di cartelli economici e la riforma delle istituzioni chiave, come la polizia e la magistratura, per garantire rispetto dei diritti umani e giustizia.
Primo presidente nato dopo l’indipendenza, Chapo rappresenta una nuova generazione, ma il suo successo dipenderà dalla capacità di costruire consenso e affrontare le radicate disuguaglianze politiche ed economiche del Mozambico.