Crisi Rd Congo, i ribelli dell’M23 boicottano i negoziati diretti di Luanda

di claudia
M23

È una doccia fredda per i congolesi e per il mediatore angolano: il gruppo ribelle M23/Alleanza del fiume Congo (Afc) ha annunciato ieri sera che non prenderà parte ai colloqui a Luanda previsti oggi sotto gli auspici dell’Angola. In una dichiarazione, il movimento ribelle ha denunciato le sanzioni imposte dall’Unione Europea ad alcuni dei suoi leader, affermando che rendono impossibili i negoziati.

“Le successive sanzioni imposte ai nostri membri, comprese quelle adottate alla vigilia dei colloqui di Luanda, compromettono seriamente il dialogo diretto e impediscono qualsiasi progresso”, si legge nel comunicato.

Ieri, l’Unione Europea ha annunciato sanzioni contro i leader di questo gruppo armato attivo nella Rdc orientale e sostenuto dall’esercito ruandese. Queste misure colpiscono in particolare Bertrand Bisimwa, capo dell’ala politica dell’M23, Jean Bahati Musanga, “governatore” del Nord Kivu nominato dalla ribellione, Desire Rukomera, responsabile del reclutamento e della propaganda dell’M23, e Jean-Bosco Nzabonimpa, vicedirettore delle finanze del movimento ribelle.

Le stesse sanzioni dell’Unione Europea colpiscono diversi ufficiali ruandesi che coordinano le operazioni militari nella Rdc orientale a sostegno dei ribelli dell’M23, nonché Francis Kamanzi, direttore generale del Rwandan Mines, Oil and Gas Board (Rmb), per il suo ruolo nel traffico illecito di minerali congolesi. Kinshasa aveva confermato la propria partecipazione. 

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