11/06/13 – Libia Bomba su auto diplomatica italiana

di AFRICA

L’esplosione è avvenuta nel distretto di Zawiat Al-Dahmani, a circa un chilometro e mezzo dall’ambasciata. Notizia confermata ad Adnkronos International da fonti diplomatiche, secondo cui non ci sono state vittime. Una bomba collocata sotto un’auto dell’ambasciata italiana a Tripoli, la capitale libica, è esplosa distruggendo il mezzo poco lontano dalla rappresentanza diplomatica. E’ quanto si legge sul giornale online ‘Libya Herald’.

La notizia è stata confermata ad Aki – Adnkronos International da fonti diplomatiche a Tripoli, secondo cui non ci sono state vittime tra gli italiani. Nessuna vittima neanche tra i libici, scrive il ‘Libya Herald’. L’esplosione è avvenuta nel pomeriggio distretto di Zawiat Al-Dahmani.

”Fortunatamente l’autista italiano, che da anni lavora in Libia, si è accorto che qualcosa non andava”, hanno spiegato le fonti, e così non ci sono state conseguenze. ”L’autista e il funzionario hanno lasciato il mezzo, ma gli artificieri sono arrivati troppo tardi e la macchina è esplosa in una zona che dista circa un chilometro e mezzo dall’ambasciata”, hanno riferito le fonti. L’autista, secondo la ricostruzione del ‘Libya Herald’, ha notato un tubo che usciva dal retro del veicolo.

”Quello che è successo oggi è abbastanza seccante”, commentano le fonti ad Aki, ma il caos libico e la situazione di instabilità ”non sono cosa nuova”, c’è un processo di transizione – dopo 42 anni di dittatura di Muammar Gheddafi – che ”si è complicato”, con la presenza di ”settori della popolazione che non hanno interesse alla stabilizzazione della Libia”.

In questa ”situazione di instabilita”’, l’Italia – ”molto presente” nel Paese nordafricano – era già stata un obiettivo quando il 12 gennaio colpi d’arma da fuoco vennero esplosi contro l’auto del console italiano a Bengasi, Guido De Sanctis, uscito illeso dall’attacco. Allora, per motivi di sicurezza, il Governo italiano dispose la sospensione temporanea dell’attività del Consolato Generale a Bengasi. – Adnkronos/Aki

 

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