Dopo il fallimento di serrate trattative a Bamako, un nuovo round negoziale si è aperto a Ouagadougou tra rappresentanti del governo maliano e esponenti della ribellione tuareg. I mediatori del Burkina Faso, a nome dei paesi dell’Africa occidentale, si sono tuttavia detti “fiduciosi” sulla prossima firma di un accordo di pace che consenta il ritorno dell’amministrazione e dell’esercito maliano a Kidal, il capoluogo nord-orientale ancora controllato dai ribelli del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla) e da altre formazioni armate tuareg. I tempi stringono visto che, anche dietro pressioni della comunità regionale ed internazionale, le autorità di Bamako hanno convocato elezioni presidenziali per il 28 luglio.
Annunciata più volte come imminente, la firma di un accordo è già slittata nel corso della settimana. Nemmeno il capo della diplomazia burkinabé Djibrill Bassolé in visita a Bamako nei giorni scorsi, accompagnato da una folta delegazione di partner locali ed occidentali, è riuscito a convincere il presidente di transizione Dioncounda Traoré a siglare l’intesa.
Disarmo e acquartieramento dei gruppi ribelli ma anche i mandati di cattura spiccati dalla giustizia maliana contro alcuni capi dell’Mnla sono, secondo fonti di stampa locale, i due punti sui quali le autorità di Bamako non sono pronte a compromessi. L’Mnla e l’Alto consiglio per l’unità dell’Azawad (Hcua) chiedono che il disarmo dei combattenti abbia inizio dopo le presidenziali e che il futuro esecutivo riconosca uno “statuto speciale” all’Azawad, l’estesa regione desertica al nord del paese. Bamako, oltre a respinge l’utilizzo stesso del termine di Azawad, vuole accelerare il processo di disarmo e non intende revocare i mandati di cattura. Più pessimisti, alcuni mediatori occidentali hanno riferito ai media che “l’attuale governo maliano è fragile, l’opinione pubblica si è surriscaldata su temi sensibili quindi la finalizzazione di un accordo rischia di richiedere un po’ di tempo”.
Nella delegazione governativa sono stati integrati tre ufficiali dell’esercito regolare per definire le modalità del dispiegamento delle truppe a Kidal: per Bamako dovrebbe avvenire in tempi molto rapidi, appena firmato l’accordo. Il ritorno delle forze regolari maliane dovrebbe essere monitorato dai soldati francesi dell’operazione Serval e dai caschi blu che l’Onu dovrebbe dispiegare dal 1° luglio. – Misna