Almeno 12 persone sono rimaste ferite, di cui tre da colpi d’arma da fuoco, nell’intervento della polizia per disperdere un corteo di sostenitori dell’oppositore Cellou Dallein Diallo: lo riferiscono fonti di stampa guineane all’indomani di una nuova giornata di tensioni e violenze a Conakry, mentre sulla carta elezioni legislative sono previste per il 30 giugno.
Il gruppo stava accompagnando il presidente dell’Unione delle forze democratiche di Guinea (Ufdg) convocato al tribunale di Dixinn, nella capitale, per una denuncia di corruzione presentata da un esponente del partito al potere, Malock Sankon, personalità molto vicina al capo dello Stato Alpha Condé. La situazione è degenerata quando all’uscita del tribunale si è formato un corteo per riaccompagnare Diallo verso la sua abitazione. Le forze dell’ordine hanno disperso i militanti con gas lacrimogeni, mentre questi ultimi hanno replicato con lanci di pietre; in segno di protesta manifestanti hanno bloccato le strade dei quartieri di Bambeto e Coza. Il governo ha accusato i sostenitori dell’opposizione di aver commesso atti di vandalismo.
La tensione è salita ancora di più dopo che la polizia ha fatto irruzione nella casa di Diallo. Il capo dell’Ufdg nonché ex primo ministro ha deciso di ritirarsi dal dialogo politico avviato all’inizio del mese, dopo mesi di tensioni con la maggioranza. “Dialogo a rischio”, “In Guinea non c’è tregua” hanno titolato alcuni quotidiani locali, sottolineando che i fatti di ieri rappresentano un passo indietro lungo il percorso che dovrebbe portare il paese al voto per archiviare la transizione in corso dal 2008. Diallo ha denunciato “complicità ad alto livello che hanno consentito a dei poliziotti di fare irruzione in casa mia” ma anche il coinvolgimento di “miliziani al servizio delle autorità”. Il capo dello Stato e il governo hanno annunciato l’apertura di un’inchiesta per identificare i mandanti dell’attacco e processarli.
Previste dalla fine del 2011, le legislative sono state rinviate più volte per problemi organizzativi; il processo elettorale è segnato da violenze e tensioni tra maggioranza e opposizione. Gli oppositori contestano l’organizzazione di un voto “né libero, né trasparente, né inclusivo” a favore del partito di Condé. Nei giorni scorsi la Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) ha annunciato che la data del 30 giugno “non è più in agenda”, senza stabilire, però, una nuova scadenza. – Misna