Sembra essere agitato da un potente sommovimento interno, il gruppo islamico radicale degli Shabaab, che la settimana scorsa ha visto prima la resa volontaria all’esercito federale somalo di Hassan Dahir Aweys, capo spirituale del movimento, e poi l’esecuzione da parte degli stessi militanti di due tra i fondatori del gruppo, Ibrahim Haji Jama Mead detto Al-Afghani e Abul Hamid Hashi Olhayi.Sheikh Hassan Dahir Aweys, leader of the Hizbul Islam insurgent group, speaks at a news conference in Mogadishu
Secondo i media che seguono lo svolgimento della situazione interna somala, la lotta all’interno di Al-Shabaab ruoterebbe intorno ad un tentativo da parte di Ahmed Abdi Godane di centralizzare nelle proprie mani il controllo militare e politico dell’organizzazione, accusando gli altri principali esponenti del gruppo di infedeltà rispetto ai precetti della sharia.
Il gruppo è infatti frammentato in numerose fazioni rivali, divise tra loro per motivi ideologici o per l’appartenenza clanica.
Alcuni analisti, inoltre, ritengono che il tentativo di accentramento del potere da parte di Godane sia un modo per ridurre l’influenza di chi all’interno del gruppo cercava un accordo con il governo federale e costruire insieme un’agenda di ricostruzione nazionale, accantonando l’ambizione di una jihad internazionale.
Quella che da diverse parti viene letta come una decapitazione della leadership del gruppo militante, secondo i media nazionali e regionali, rischia tuttavia di aumentare il grado di insicurezza nel paese, con l’inizio oltre di una nuova fase di violenza per assumere il controllo della principale organizzazione opposta all’autorità di Mogadiscio.
La partita vera, ora – stando alle analisi di diversi osservatori – si gioca a Kismayo, la città meridionale, baluardo di Al Shabaab, snodo commerciale decisivo e punto strategico per l’esportazione del carbone, dove scontri armati sono ormai segnalati quotidianamente, tra le diverse fazioni di miliziani e tra questi e le forze dell’esercito somale e le truppe inquadrate nella missione congiunta Nazioni Unite-Unione Africana (Amisom).* Michele Vollaro – Atlasweb