Al Shabaab, chi sono i miliziani che hanno attaccato Garissa?

di Enrico Casale

Ieri il Kenya è stato sconvolto da un raid effettuato dalle milizie somale al Shabaab nel campus dell’università di Garissa.

 

al ShabaabIl bilancio delle vittime non è ancora definitivo, ma si parla di decine di morti. Ma chi sono gli al Shabaab? Come operano e dove?

Nel 2006 le milizie legate alle Corti islamiche, dopo aver sconfitto i signori della guerra somali, prendono il potere, instaurando un regime islamico e destando la preoccupazione delle potenze occidentali e, soprattutto, di Etiopia e Kenya. Preoccupazione così viva che Addis Abeba, sostenuta dagli Usa, decide di intervenire e di reprimere il movimento delle Corti islamiche. Ed è in questo momento, siamo nel dicembre 2006, che nasce al Shabaab (che in somalo significa «i giovani»). Composta da ragazzi delle scuole islamiche, si propone di tenere viva l’esperienza delle Corti islamiche combattendo gli infedeli cristiani: in primis, gli etiopi; in seconda battuta, le potenze occidentali. La loro ricetta, fatta di un misto di nazionalismo (che fa leva sulla lotta contro l’arcinemico etiope), internazionalismo (aderendo ad al Qaeda) e di islamismo (in una visione integralista), ha successo. Le milizie conquistano ampie regioni della Somalia meridionale compresa la capitale e le città più importanti. Nonostante questo, nel 2011 sono costretti a ritirarsi da Mogadiscio dai soldati dell’Unione Africana (Amisom) e perdono gradualmente tutte le loro roccaforti nel centro e nel Sud del Paese.

Continuano però a controllare vaste zone rurali – imponendo alle popolazioni locali una rigida interpretazione della legge islamica – e proprio dalle loro roccaforti nel Sud lanciano spettacolari attentati contro i militari dell’Unione Africana. Ma è nel 2013 che si fanno conoscere nel mondo. In settembre, un loro commando lancia un assalto al centro commerciale Westgate a Nairobi (il cui Governo è responsabile dell’intervento in Somalia) facendo 67 morti. Un numero ancora superiore di vittime (76) gli al Shabaab erano già riusciti a ottenerlo nel luglio 2010 a Kampala, capitale dell’Uganda, un altro Paese finito nel mirino dei fanatici integralisti islamici somali per la sua partecipazione alla missione Amisom. I jihadisti non risparmiano i cristiani – 37 uccisi in un solo attacco a dicembre, al confine tra Somalia e Kenya – perché giudicati colpevoli di non essere musulmani. E anche nell’assalto al campus universitario di Garissa, gli al Shabaab hanno tenuto in ostaggio solo gli studenti cristiani, liberando quelli musulmani.

Secondo i servizi segreti occidentali, l’organizzazione può contare tra i 5e i 9mila miliziani e sul sostegno delle popolazioni rurali. Fanno ancora parte del network di al Qaeda, ma negli anni ha sviluppato anche ottimi rapporti con Boko Haram (che invece aderisce all’Isis). E nonostante il Governo di Mogadiscio si stia rinforzando (anche grazie agli aiuti dellle potenze occidentali), al Shabaab non ha perso forza. Anzi continua a colpire. Come dimostra il raid di Garissa.

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