Migliaia di ciadiani, la maggior parte dei quali bambini, stanno rientrando nel proprio Paese di origine per sfuggire all’insicurezza e all’instabilità della vicina Repubblica Centrafricana (CAR), di Darfur, Libia e Nigeria. Molti bambini arrivano soli, orfani o perchè separati dai genitori. I rimpatriati, alla ricerca di un riparo sicuro nelle remote regioni di confine del Paese, necessitano di aiuti urgenti basilari, alimentari, sanitari, educativi. Secondo fonti locali, a causa dell’instabilità dei Paesi confinanti, in Ciad continuano ad arrivare profughi da Sudan (Tissi), Libya (Faya), Nigeria (N’Gouboua) e dalla CAR. Mancano fondi e infrastrutture, inoltre nelle zone più remote del Ciad dove si trovano i profughi c’è grande insicurezza. Nella città di Tissi, al confine con il Darfur, su 22 mila profughi ciadiani 15,826, il 72%, sono bambini; dei 1,300 profughi nigeriani, sono 771, il 60%, e vivono nel villaggio di N’Gouboua, con 268 minori completamente soli. Dalla Nigeria sono rimpatriati gli studenti ciadiani delle scuole coraniche. Una ondata di scontri nella regione occidentale sudanese del Darfur, tra i gruppi etnici dei Misseriya e Salamat, ha costretto migliaia di persone a fuggire. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) in Ciad, tra i mesi di gennaio e aprile sono arrivati a Tissi almeno 30 mila sudanesi, la maggior parte donne e bambini. Ultimi aggiornamenti dell’UNHCR in Ciad riportano ulteriori interventi nel campo di Abgadam, a circa 40km dal confine sudanese. Tra le emergenze spicca l’educazione scolastica dei bambini che hanno evidenti difficoltà ad inserirsi nel sistema educativo del Ciad. L’UNHCR, il Jesuit Refugee Service, UNICEF e il Chadian Regional Department of Education stanno promuovendo corsi estivi per poter inserire i piccoli profughi nel prossimo anno scolastico. – Ag. Fides