Lo scontro in corso tra le due anime dell’Egitto provoca nuove vittime.
Almeno due manifestanti sono stati uccisi questo venerdì ad Alessandria, dove si svolgevano cortei delle opposte fazioni così come al Cairo e in altre città.
Incidenti anche in due diversi quartieri della capitale e a Damietta, nel delta del Nilo.
A infiammare gli animi degli islamisti è giunta in mattinata la notizia che il Tribunale del Cairo ha imposto quindici giorni di custodia cautelare all’ex presidente.
Una notizia che un esponente dei Fratelli Musulmani, Mohamed el-Beltagy, commenta così: “È uno scandalo e dimostra che questo è un regime che calpesta la legge e la costituzione. Dovrebbero dirci quando hanno indagato il Presidente Morsi e se un avvocato era presente o no. Il mondo intero sa che stanno costruendo accuse per infangare la rivoluzione del 25 gennaio a vantaggio del golpe militare del 30 giugno.”
Morsi è accusato di spionaggio a favore di Hamas e di aver permesso evasioni di massa dalle prigioni durante la rivoluzione del 2011.
A piazza Tahrir i sostenitori delle nuove autorità egiziane hanno risposto all’appello dell’esercito e manifestato in suo favore.
“Siamo qui – ha spiegato un dimostrante, Karim Hassan – per sostenere il comandante in capo delle forze armate egiziane, Abdul Fatah el-Sissi, e dargli il via libera per sradicare il terrorismo dall’Egitto. Non vediamo l’ora; il Paese è in fiamme.”
L’esercito e i movimenti che lo appoggiano considerano gli oppositori terroristi. Sull’altro fronte, gli islamisti sono disposti al martirio per difendere il loro presidente. La situazione resta esplosiva. – Euronews