Potrebbe superare il 50% il tasso di affluenza alle presidenziali di domenica: lo ha annunciato la missione di osservazione elettorale dell’Unione Europea (Ue), precisando che l’unica eccezione riguarda Kidal, dove la partecipazione è stata molto bassa per problemi logistici e di sicurezza. “C’è stata una mobilitazione particolarmente importante della popolazione, del 50% circa, in base alle stime preliminari” ha detto il capo missione Ue, Louis Michel. In alcune città, come a Timbuctù, quasi il 77% degli aventi diritto sarebbe andato alle urne; negli ultimi scrutini presidenziali l’affluenza non aveva mai superato il 38%. “C’è stata una vera passione tra la gente che era consapevole dell’importanza del voto” ha aggiunto Michel, confermando “la notevole trasparenza e le eccellenti condizioni” di svolgimento di uno scrutinio “pacifico”. Il voto di domenica dovrebbe consentire al Mali di ristabilire istituzioni democratiche e di riconquistare l’unità territoriale dopo una crisi armata durata 18 mesi tra Bamako e gruppi ribelli tuareg ed islamici nella regione settentrionale dell’Azawad.
Mentre lo spoglio procede e i primi dati ufficiali sono previsti per venerdì, sui media privati maliani sono cominciati a circolare risultati ufficiosi che alimentano l’incertezza. In base a questi dati, l’ex primo ministro Ibrahim Boubacar Keita (Ibk) sarebbe in netto vantaggio e potrebbe non avere bisogno del ballottaggio, in agenda per l’11 agosto, per diventare presidente. I sostenitori di ‘Ibk’ e del suo Raggruppamento per il Mali (Rpm) hanno lanciato lo slogan “Takolélé”, che in lingua locale bambara significa “al primo colpo”, convinti della vittoria. Tuttavia sulla sua pagina Facebook Keita ha lanciato un appello “al ritegno e alla calma in attesa dei risultati ufficiali”. Invece per l’altro grande favorito, secondo nei sondaggi e nelle prime stime di voto, Soumaïla Cissé – economista di fama mondiale, ex primo ministro ed ex ministro delle Finanze – candidato dell’Unione per la repubblica e la democrazia (Urd), “un secondo turno è inevitabile”. Il Fronte unito per la salvaguardia della democrazia (Fdr, anti giunta militare che ha preso il potere nel marzo 2012, ndr) – che raggruppa Cissé ma anche altri due candidati vista: Dramane Dambélé e Modibo Sidibé – denuncia possibili frodi in alcuni seggi elettorali, soprattutto a Bamako la capitale.
Intanto, mentre tutta l’attenzione è rivolta al processo elettorale, l’esercito maliano sta proseguendo il suo dispiegamento nelle ancora instabili regioni settentrionali. Il battaglione “Waraba”, leone in lingua bambara, con 650 soldati addestrati dall’Unione europea ha preso posizione a Tessalit e Aguelhok. – Misna