“Giuro davanti a Dio e alla nazione di osservare scrupolosamente la carta costituzionale di transizione, di garantire l’indipendenza e la perennità della Repubblica, di salvaguardare l’integrità del territorio, di preservare la pace, consolidare l’unità nazionale, garantire il benessere della popolazione centrafricana…”: poco meno di cinque mesi dopo aver preso il potere con i ribelli della coalizione Seleka, destituendo François Bozizé, Michel Djotodia ha giurato ieri davanti alla Corte Costituzionale, diventando il sesto presidente della Repubblica Centrafricana.
La cerimonia di insediamento a Bangui si è tenuta alla presenza del presidente congolese Denis Sassou Nguesso, mediatore nella crisi centrafricana per conto degli Stati membri della Comunità economica dell’Africa centrale (Ceeac), e del ciadino Idriss Déby Itno, presidente di turno della stessa Ceeac.
Il giuramento di Djotodia completa l’assetto istituzionale di transizione, che ha compreso, fra l’altro, la creazione di un Parlamento provvisorio, di un Consiglio nazionale di transizione e di una Corte costituzionale di transizione, organismi necessari per dare un quadro giuridico al nuovo esecutivo, come richiesto dai capi di Stato della Ceeac. Allo stesso tempo, apre un periodo di 18 mesi al termine dei quali Djotodia si è impegnato a organizzare elezioni generali.
Sta di fatto che società civile e operatori umanitari continuano a denunciare l’incapacità delle nuove autorità di ristabilire l’ordine e la sicurezza: non ha ancora portato i suoi frutti il processo di disarmo dei combattenti e la Seleka, per lo più costituita da miliziani ciadiani e sudanesi, continua a seminare violenza ai danni dei civili. – Misna