Sono durati alcune ore i combattimenti tra le Forze armate regolari del Congo (Fardc) e i ribelli del Movimento del 23 marzo (M23) nella zona chiamata “le tre antenne” a Kibati, circa 20 km al nord di Goma, nel territorio di Nyiragongo. Secondo Olivier Hamuli, il portavoce dell’esercito citato da Radio Okapi, “i ribelli hanno tentato di superare le posizioni delle Fardc (…) c’è stato uno scambio armato e sono scappati”.
Non sembra doversi concludere l’offensiva della ribellione che punterebbe a entrare a Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu già occupato lo scorso novembre. Nei combattimenti cominciati lo scorso 21 agosto una decina di miliziani sono stati uccisi e dieci altri catturati. A Goma le persone sono ancora segnate dall’uccisione sabato scorso di due manifestanti che protestavano contro la locale missione Onu (Monusco). Chiedendo l’apertura di un’inchiesta congiunta Onu-governo, il portavoce della società civile del Nord Kivu, Omar Kavota, ha invitato la brigata di intervento speciale delle Nazioni Unite a “avviare la propria offensiva” contro l’M23 senza più aspettare.
Nelle ultime ore la stampa congolese ha evidenziato le dichiarazioni contraddittorie giunte da Washington. Gli Stati Uniti hanno prima auspicato “ritegno” da parte di Kinshasa e Kigali “per evitare una nuova escalation”, puntando il dito sulle responsabilità dirette del Rwanda nella ribellione dell’M23. Ma allo stesso tempo il portavoce del dipartimento di Stato statunitense, Marie Harf, citata dal quotidiano congolese Le Potentiel, ha ricollegato gli ultimi scontri all’ “intensificarsi delle tensioni etniche a Goma”, riducendo la crisi in atto in Nord Kivu a “un conflitto interetnico”.
Ma nelle ultime ore lo scenario sempre più instabile in Nord Kivu è stato ulteriormente aggravato da un’incursione di più di 300 soldati ugandesi che avrebbero invaso la località di Sisi, nel territorio di Mahagi, nella vicina Provincia Orientale. L’apertura di un nuovo fronte di ostilità, questa volta tra Kinshasa e Kampala, si è verificata mentre colpi d’obice cadevano su Goma. Da mesi diversi rapporti stilati dall’Onu e da organizzazioni di difesa dei diritti umani hanno già messo in luce il coinvolgimento diretto sia del Rwanda che dell’Uganda nelle ribellioni attive nell’est del Congo. – Misna