Le multinazionali che estraggono oro in Sudafrica hanno raggiunto un accordo con il principale sindacato dei minatori per porre fine a uno sciopero cominciato la settimana scorsa. L’intesa non è però stata riconosciuta da una sigla emergente, in grado di interpretare gli umori e le richieste dei lavoratori meno qualificati.
Un accordo che prevede aumenti salariali dell’8%, riferisce oggi il quotidiano Mail & Guardian, è stato sottoscritto dal National Union of Mineworkers (Num). Vicino al governo dell’African National Congress (Anc), questo sindacato inquadra circa il 64% dei 120.000 minatori del comparto. Dall’intesa sono rimasti invece fuori gli iscritti all’Association of Mineworkers and Construction Union (Amcu), una sigla emergente abile a interpretare il malumore dei lavoratori in una fase di difficoltà e tensioni per il settore minerario nel suo complesso.
Lo sciopero si inserisce nel contesto delle rivendicazioni e dei conflitti che attraversano il Sudafrica da ormai oltre un anno. Secondo il Mail & Guardian, da un accordo raggiunto nel fine-settimana per porre fine a un’agitazione in corso da agosto restano ancora fuori due delle sette principali fabbriche automobilistiche del paese. – Misna
