In un contesto internazionale nel quale i flussi globali degli investimenti esteri sono in calo, l’Africa è in controtendenza. A confermare questa dinamica è un rapporto delle Nazioni unite secondo il quale, nel 2014, alcune regioni del continente hanno addirittura registrato un forte aumento degli investimenti diretti esteri.
Ovviamente il continente non è omogeneo. L’instabilità politica ha portato a un calo del 15% (-11,5 miliardi dollari) degli investimenti nel Nord Africa anche se vanno segnalate le ottime performance di Egitto (14%, 4,8 miliardi dollari) e Marocco (8% a 3,6 miliardi dollari). Anche gli investimenti in Africa sub-sahariana stanno migliorando: +5% nel 2014. Non tutte le nazioni ne hanno però conosciuto i benefici. Gli Stati colpiti dall’epidemia di ebola, che ha causato insicurezza e calo dei prezzi delle materie prime, hanno segnato un calo del 10% (12,8 miliardi dollari). E anche l’Africa australe conosce un trend negativo: -10,8 miliardi dollari (-2,4%).
I cinque Paesi che attraggono più capitale sono, in ordine, Sudafrica (5,7 miliardi dollari), Repubblica del Congo (5, 5 miliardi di euro), Mozambico (4,9 miliardi dollari), Egitto (4,8 miliardi dollari) e Nigeria (4,7 miliardi dollari).
Ma da dove provengono gli investimenti? Qui c’è la sorpresa. Mentre le società multinazionali dei Paesi sviluppati (Usa, Francia, Regno Unito) stanno pesantemente disinvestendo in Africa, quelle provenienti da Paesi emergenti (Cina e India in particolare) hanno dimostrato di credere nelle potenzialità del continente. Gli investimenti esteri sono rivolti, e qui c’è un’altra sorpresa, non tanto l’industria estrattiva, quanto verso i servizi (finanziari, telefonia e trasporti). Un settore ancora trascurato sono invece le infrastrutture.