Un tribunale ugandese ha condannato “simbolicamente” a sei ore di prigione una ragazza che ha ucciso il padre che la violentava, un caso che ha scosso l’opinione pubblica nel paese del West Africa.
La 18enne, che è ora incinta in seguito alle ripetute aggressioni dell’uomo, ha confessato di avere ucciso il padre con un coltello e un machete, ha rivelato un procuratore che si occupa del caso, Peter Mugisha. “Visto che si è dichiarata colpevole e ha detto di avere agito come auto-difesa, il giudice l’ha condannata a sei ore di carcere e alla fine della giornata era fuori dalla cella”, ha aggiunto.
Secondo il quotidiano governativo New Vision, la ragazza aveva “perso il conto” delle volte che il padre, 58 anni, l’aveva violentata da quando aveva compiuto 13 anni. La giovane ha raccontato che le richieste di aiuto alla madre e alla polizia sono state ignorate. Il padre – come ha raccontato la vittima – aveva deciso di avere altri figli da lei, come aveva già fatto con le due sorelle più grandi. “In totale l’uomo aveva concepito cinque figli con le figlie”, secondo il giornale.
Il caso, di cui si è occupata una corte a Masaka, Uganda centrale, ha catturato l’attenzione del paese e la ragazza ha ricevuto numerosi messaggi di solidarietà. Per il deputato ugandese e avvocato Crispus Ayena Odongo, la vicenda ha segnato un’importante spartiacque per la tutela delle donne dalle violenze sessuali. – TMNews