Tre giovani donne mozambicane si sono specializzate in biologia marina e hanno conseguito i brevetti subacquei. Ora hanno ideato un progetto per studiare e tutelare gli straordinari reef corallini del Mozambico.
di Lourenço Correia
Adagiato nelle acque cristalline dell’Oceano Indiano, il Mozambico vanta oltre tremila chilometri di costa e decine di isole con incantevoli spiagge ancora preservate dal turismo di massa. Un vero e proprio paradiso ecologico, con alcuni tra i migliori luoghi al mondo per fare snorkeling e immersioni subacquee. Località come Ponta d’Ouro, Ilha da Inhaca, Barra, Bazaruto e Pemba offrono una grande varietà di pesci, testuggini, mammiferi marini e coralli ben conservati.
La lunga guerra civile che ha insanguinato il Paese dopo l’indipendenza (ottenuta dal Portogallo nel 1975), fino al 1992 ha contribuito a isolare per lungo tempo le regioni costiere, preservandone la fauna marina. Oggi il Mozambico vive una fase di sviluppo economico (il Pil cresce in media dell’8% all’anno: tra i boom più elevati del continente africano), stimolata dai nuovi investimenti infrastrutturali e dal dinamismo dell’industria estrattiva (gas, carbone, minerali). La crescente ricchezza sta favorendo il settore dell’edilizia e del turismo.
Patrimonio da difendere
Ma il forte sviluppo della costa potrebbe mettere a rischio il delicato equilibrio marino, finora ben custodito. Per questo le autorità hanno creato nei pressi dell’arcipelago delle Quirimbas la più importante area marina protetta dell’intero continente africano. E nella difesa dell’ecosistema marino sono impegnate in prima linea tre giovani donne mozambicane. Si chiamano Anabela Muchunga, Damboia Cossa e Halima Taju. Sono tre amiche accomunate dalla passione per il mare.
Hanno frequentato assieme l’Università Eduardo Mondlane di Maputo, conseguendo un master in biologia e gestione costiera. Hanno acquisito i brevetti per immergersi nelle acque più profonde. E assieme hanno creato un progetto, il Dive Princess, che si prefigge di studiare la vita dei reef mozambicani e, al tempo stesso, di coniugare lo sviluppo turistico con la conservazione dell’ambiente marino.
Le tre “principesse subacquee” accompagnano studenti e visitatori nelle immersioni alla scoperta dello straordinario patrimonio naturale custodito nelle acque dell’oceano. Al loro fianco ci sono i sommozzatori del Bitonga Divers, un’associazione che raduna i primi sub professionisti del Mozambico, impegnata anch’essa a fare della tutela e della valorizzazione del mare un volano di sviluppo per le comunità costiere.
La riserva marina più grande d’Africa
In Mozambico si trova la più grande area marina protetta di tutto il continente africano: una riserva naturale estesa per oltre diecimila chilometri quadrati al largo della costa di Angoche, nella regione settentrionale di Nampula. L’area è composta da un arcipelago di dieci isole scarsamente abitate, attorniate da rigogliosi coralli che, grazie a un microclima protetto e più freddo rispetto al resto dell’oceano, sono stati finora risparmiati dal fenomeno dello sbiancamento, rendendo questa barriera tra le più produttive al mondo: un ecosistema delicato che ospita numerose specie di animali in via d’estinzione, come tartarughe marine e dugonghi.