E’ stata aperta un’inchiesta per presunta cattiva condotta e abusi sessuali attribuiti ad alcuni caschi blu, tra cui quattro ciadiani, commessi a Gao, località del nord del Mali. Le esazioni risalirebbero al 19 e al 20 settembre, giorni in cui i caschi blu hanno lasciato Tessalit per raggiungere il capoluogo regionale in segno di protesta per il mancato pagamento di alcune indennità e per le difficili condizioni di lavoro.
Il portavoce della Missione internazionale di sostegno al Mali (Minusma), Olivier Salgado, ha confermato che almeno quattro dei soldati sospettati sono agli arresti. In tutto 167 militari ciadiani hanno lasciato Tessalit ma il numero di caschi blu presumibilmente coinvolti nelle violazioni non è stato finora specificato. In teoria dovrebbe essere il Ciad a svolgere un’inchiesta e a varare sanzioni se le accuse venissero confermate. Secondo alcune fonti di stampa maliana e francese, i 167 soldati in questione sarebbero già rientrati in patria e ora vanno sostituiti.
Da New York, dove ieri si è aperta la 68a sessione dell’Assemblea generale, Nestor Nesirky, portavoce di Ban Ki-moon, ha dichiarato che “anche la Minusma ha aderito al codice di buona condotta di tutto il suo personale sia militare che civili”, sottolineando che il segretario generale dell’Onu “è per una politica di tolleranza zero” e “sta esaminando il problema con la massima serietà”. Nelle prossime ore all’Onu il neo presidente maliano Ibrahim Boubacar Keita pronuncerà il suo primo discorso e potrebbe intervenire in merito a questo caso.
Creata lo scorso 25 aprile dal Consiglio di sicurezza, la Minusma è incaricata di ristabilire la sicurezza nella vasta regione desertica dell’Azawad già teatro di una crisi armata causata da gruppi armati tuareg ed islamici. In tutto sono dispiegati 5494 militari e 800 poliziotti, di cui buona parte sono africani già presenti sul terreno dall’inizio dell’anno nell’ambito di una precedente missione regionale della Comunità economica dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas). – Misna
