Sono almeno 78 le vittime di un attacco notturno al Collegio di Agricoltura della comunità di Gujba, nello Stato di Yobe, verificatosi nella notte tra sabato e domenica e attribuito dalle autorità nigeriane alla setta Boko Haram. Lo ha riferito il quotidiano locale Vanguard, sottolineando che il bilancio continua ad aggravarsi mentre un numero imprecisato di persone risulta disperso. In base alla ricostruzione dei fatti, è emerso che gli assalitori sono entrati nell’edificio alle tre di notte, mentre gli studenti stavano dormendo nelle proprie stanze, aprendo il fuoco indiscriminatamente.
Gli uomini armati, vestiti in divisa militare e con bandane nere in testa, avrebbero poi attaccato abitazioni della stessa comunità e ucciso una ventina di persone che viaggiava a bordo di tre autobus sulla strada tra Damaturu e Maiduguri, bloccata dagli stessi miliziani. Secondo i residenti i soldati regolari sono arrivati sul luogo del massacro due ore dopo che i militanti del gruppo armato erano andati via. Gujba è un piccolo centro che dista 30 chilometri da Damaturu, la capitale dello Stato nord-orientale.
Fonti dell’ospedale di Damaturu hanno confermato che all’obitorio sono stati portati 40 corpi senza vita poco dopo l’attacco al collegio, aggiungendo che altri sono stati registrati nelle ore successive. Un portavoce dell’esercito, Lazarus Eli, ha invece dichiarato che il numero delle vittime e dei feriti “non è ancora disponibile”.
All’indomani della strage – che ricorda quella accaduta lo scorso luglio al dormitorio di un istituto secondario nel distretto di Mamudo, conclusa con 29 studenti uccisi – il Forum dei governatori degli Stati settentrionali ha chiesto alle agenzie di sicurezza di “varare misure urgenti per bloccare le uccisioni insensate di cittadini indifesi”. Per il presidente del Senato, David Mark, si è trattato di un ennesimo “atto codardo e avverso che ha un impatto negativo sul futuro della Nigeria”, aggiungendo che “questo genere di violenza contro cittadini innocenti non fa parte della nostra cultura”. Le lezioni erano riprese pochi giorni fa, dopo dieci settimane di chiusura. Dopo i precedenti attacchi di luglio e di giugno, il governo dello Stato di Yobe aveva deciso di chiudere tutte le scuole fino a quando non sarebbero state ripristinate condizioni di sicurezza accettabili.
Boko Haram – che vuol dire letteralmente “L’istruzione occidentale è peccato” – sostiene di battersi per rovesciare il governo e imporre la legge islamica (sharia), non solo nel nord della Nigeria a maggioranza musulmana ma anche nel sud per lo più cristiano. Il gruppo colpisce le scuole poiché ritiene che l’insegnamento pubblico è un fattore di corruzione, contrario ai dettami dell’islam. Yobe è uno dei tre Stati del nord-est della Nigeria dove a maggio, nel tentativo di contrastare le violenze Boko Haram, l’esercito ha avviato un’offensiva militare. – Misna