In un Paese, come la Tunisia, regolato da una morale rigida, conseguenza diretta di quella islamica, il matrimonio segue regole ben precise, la prima delle quali impone che le nozze siano ufficializzate da un atto firmato da marito e moglie, alla presenza di testimoni e che per questo diventa ufficiale e riconosciuto. Ma negli ultimi mesi, soprattutto dopo la caduta della dittatura e l’espandersi del proselitismo salafita, sta prendendo piede – sorprendentemente soprattutto tra gli universitari – un’altra formula, quella del matrimonio ”orfi”, che non è ufficiale, anzi palesemente illegale (così come è il concubinaggio), che non ha conseguenze legali e che di conseguenza non impone obblighi. A cominciare da quello per l’uomo che non ne ha l’intenzione di riconoscere i figli che possono nascere. Secondo una stima molto recente, negli ambienti universitari della capitale sarebbero già quasi mille i matrimoni celebrati in questo modo. Una cosa che colpisce soprattutto perchè dà la misura di come in seno agli atenei i salafiti continuino a lavorare per imporre una morale che è la loro e che il resto degli studenti non accetta. Il matrimonio ”orfi” o ”coutumier” è illegale da quando, nel 1956, fu varato lo Statuto della persona che eliminava, almeno formalmente, ogni differenza tra i sessi. Il motivo è semplice: con questo matrimonio la donna di fatto accetta una posizione di chiara subalternità rispetto all’uomo, nei confronti dei quale non può vantare alcuna rivendicazione, perchè il relativo atto di matrimonio non ha testimoni e le sole copie del documento sono o dovrebbero essere in mano ai contraenti. Non è certo un caso che il matrimonio ”orfi” sia da sempre molto diffuso soprattutto tra alcune particolari categorie al maschile, come i ricchi ed i divorziati. Il perchè l’orfi viene scelto è evidente in una società in cui la famiglia (anche nelel sue implicazioni economiche) resta centrale: in questo modo eventuali figli non possono rivendicare alcunchè dell’asse ereditario paterno, non essendo stati riconosciuti dai padri. La donna che accetta sa bene a cosa va incontro, anche se talvolta ci sono degli imprevisti. Come nel caso di un ricco uomo d’affari (dalla doppia nazionalità ed avanti con gli anni) che ha sposato, con la formula del matrimonio ”coutunier”, una ragazza di quasi 50 anni più giovane. Quando lei è rimasta incinta e, nonostante la richiesta di lui, non ha abortito, l’uomo d’affari – dopo avere venduto tutte le sue proprietà in Tunisia – l’ha uccisa, fuggendo e restando, sino ad oggi, latitante.* Diego Minuti Diego Minuti – (ANSAmed).