È considerato il sex symbol degli anni Duemila. Il suo charme ha incantato legioni di donne di ogni età. Come attore ha seminato fans in tutto il mondo, prima come protagonista della serie «Medici in prima linea» e, poi, con la saga «Ocean’s». George Clooney però non si è mai fermato ai clamori del gossip e ha sempre cercato di trasformare la fama del red carpet in azione sociale. Prima attraverso interventi a favore della pace in Darfur, Ciad e Sudan, oggi con una nuova e più complessa iniziativa. Ieri ha infatti annunciato il lancio di un nuovo progetto: un’organizzazione che indagherà sui flussi finanziari che alimentano le guerre civili in Sud Sudan e in altri Paesi africani. «Solo quando la gente che approfitta di queste guerre pagherà i danni che causa ci sarà un effetto reale sulla pace e sui diritti umani», ha dichiarato in una nota l’attore. Il suo nuovo progetto, denominato «La Sentinella» e fondato con John Prendergast della Ong per i diritti umani “Enough Project”, cercherà di fare luce sull’origine dei finanziamenti che alimentano le guerre in Sud Sudan, ma anche nel Centrafrica e nella Repubblica Democratica del Congo.
L’iniziativa, innovativa nel suo genere, ha però sollevato alcune critiche. Secondo alcuni commentatori, questa nuova organizzazione sconta la stessa «visione miope» che in passato ha guidato molte altre organizzazioni umanitarie guidate da occidentali. «”La Sentinella” – ha dichiarato ai microfoni dell’emittente “Al Jazeera” Alex Perry, commentatore di “Newsweek” – non coinvolge gli africani. Ci sono moltissimi analisti africani in grado di svolgere inchieste di carattere finanziario a livello globale. Ma nessuno di loro è stato coinvolto». Perry ha aggiunto: «Se si vuole portare avanti un lavoro che abbia una ricaduta effettiva sui conflitti africani non si può prescindere dagli africani che conoscono i loro problemi e sanno quali sono le migliori strade per sconfiggerli». Altri osservatori hanno criticato Clooney perché avrebbe banalizzato i conflitti africani in un mix di celebrità e dramma.
Critiche rigettate da Akshaya Kumar, analista del progetto «Enough» e collaboratrice de «La Sentinella»: «Sono accuse infondate, l’organizzazione ha stretto rapporti di collaborazione con giornalisti e attivisti africani e con loro lavorerà sul terreno. Per quanto riguarda la banalizzazione, possiamo dire che Clooney mette la sua notorietà al servizio di chi non ha voce mettendo alla berlina i leader africani corrotti e che traggono guadagni dai conflitti».
L’attore non si cura delle critiche e va avanti. Per dare più risalto all’iniziativa ha coinvolto anche altri suoi colleghi e amici: Don Cheadle, Matt Damon e Brad Pitt. Come dire: oltre al fascino, c’è di più.