Due persone sono morte nell’esplosione di un ordigno che ha investito, ieri, il quartiere di Bole ad Addis Abeba, abitato in prevalenza da somali. Lo riferisce la stampa locale, secondo cui l’attacco non è stato rivendicato. “Sull’accaduto – riporta la Radio nazionale etiope – è stata aperta un’inchiesta”.
Testimoni hanno raccontato di aver udito un boato ieri in serata, mentre si recavano verso lo stadio nel centro della capitale in cui erano allestiti mega-schermi per assistere a un match di qualificazione alla Coppa del mondo contro la nazionale nigeriana.
L’attentato si verifica in un clima di rinnovata allerta scaturita dallo spettacolare attacco degli insorti somali Al Shabaab al centro commerciale Westgate di Nairobi, lo scorso 21 settembre. Come il Kenya, anche l’Etiopia ha militari dispiegati nella vicina Somalia ed è stata in passato oggetto di minacce da parte dei miliziani islamisti.
Il 4 ottobre, alla luce di quanto accaduto a Nairobi, il primo ministro etiope Hailemariam Desalegn aveva dichiarato che Addis Abeba “non intende ritirare i suoi militari dalla Somalia”. Più volte negli ultimi mesi il governo centrale ha sostenuto di aver sventato attentati terroristici orditi da gruppi armati basati nelle regioni di centro-sud (a maggioranza somale) e dalla vicina Somalia.
Nel corso di un vertice dell’Unione Africana che si è svolto nel fine-settimana proprio nella capitale etiopica, i paesi impegnati nella lotta ad Al Shabaab hanno manifestato la volontà di aumentare di un terzo, portandoli a quasi 24.000 uomini, i caschi verdi dispiegati in Somalia per un periodo limitato di 18–24 mesi. Per diventare effettiva, la decisione dev’essere approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu. – Misna