“La popolazione che sopravvive nel dolore e nella miseria, che seppellisce ogni giorno i suoi morti è molto delusa e frustrata. Per lei, che vuole solo la pace, i colloqui di Kampala tra il governo e i ribelli rappresentavano l’unico spiraglio di speranza. E ora non ha più nemmeno questo” dice alla MISNA con un tono affranto ma deciso monsignor Théophile Kaboy Ruboneka, vescovo di Goma, il capoluogo della provincia del Nord Kivu, all’indomani dall’annuncio della sospensione dei colloqui in Uganda. “In realtà per molti questa notizia non è una sorpresa. Si guardava a Kampala anche con grande scetticismo dopo così tanti rinvii, così tante chiacchiere e promesse a vuoto. Solo di una cosa il Nord Kivu ha bisogno: la firma e l’attuazione di un accordo di pace” aggiunge il vescovo.
Poi arriva lo sfogo di monsignor Ruboneka: “E’ vero non ci sono più gli intensi scontri dello scorso anno ma qui la gente continua a morire come mosche, soprattutto nei campi sfollati, a causa della criminalità aumentata in modo esponenziale, della fame e delle malattie”. Sulle possibili soluzioni all’annosa crisi nell’est del Congo, confinante con Rwanda e Uganda, il vescovo di Goma non ha dubbi sul fatto che bisogna cambiare registro. “Qui vediamo sfilze di ministri, deputati, ambasciatori, inviati Onu che denunciano e condannano. Vediamo elicotteri sorvolare il territorio e basta. Nulla è cambiato. Ora tocca agire concretamente per salvare vite umane” dice ancora alla MISNA il presule congolese. “Da mesi ci sono prove tangibili a carico di paesi vicini coinvolti nella ribellione del Movimento 23 marzo. Come mai nessuna sanzione è stata approvata?” si interroga il vescovo.
La comunità internazionale e le autorità congolesi hanno ribadito la propria determinazione a “sradicare in modo definitivo e irreversibile i gruppi armati e tutte le forze negative fino alla pacificazione totale del Nord e del Sud Kivu”, chiedendo all’M23 il suo “immediato scioglimento”. Dei 13 articoli contenuti nell’accordo di pace di Kampala, i più problematici sono quelli relativi all’amnistia e all’inserimento nelle forze armate regolari (Fardc). – Misna