Un potenziamento della Missione internazionale per la stabilizzazione del Centrafrica (Misca) per procedere “senza aspettare al disarmo di tutti gli elementi armati stranieri” presenti nel paese vicino. Sono queste le conclusioni del vertice straordinario dei capi di Stato della Comunità economica dei paesi dell’Africa centrale (Ceeac) che si è tenuto ieri a N’Djamena, convocato dal capo di Stato ciadiano e presidente di turno dell’organismo regionale, Idriss Deby Itno.
Nella dichiarazione finale i paesi dell’Africa centrale si sono impegnati a mettere a disposizione altre truppe per portare il contingente dagli attuali 2500 soldati a 3600 uomini, cioè alla massima capacità operative della Misca, e di dispiegare la missione su tutto il territorio centrafricano. Per gli Stati membri della Ceeac significa un maggiore contributo logistico e finanziario per mettere a disposizione delle truppe più armi ed equipaggiamenti militari. In particolare è stato deciso “un potenziamento della capacità aerea per aiutare le truppe africane a neutralizzare, disarmare ed allontanare dal territorio centrafricano tutti gli elementi stranieri che seminano disordine e desolazione”. Inoltre è stato chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di assegnare alla Misca un “mandato robusto” nell’ambito del capitolo sette della Carta delle Nazioni Unite, autorizzandola ad “agire con autorità in caso di necessità”. La Misca è sotto il comando del generale di brigata camerunese Martin Tumenta.
La Ceeac ha anche condannato la “strumentalizzazione a fini politici delle popolazioni sulla base della appartenenza etnica e religiosa”, in riferimento alle crescenti violenze intercomunitarie tra cristiani – la stragrande maggioranza dei centrafricani – e musulmani, la confessione religiosa dell’ex coalizione ribelle Seleka, di cui fanno parte molti combattenti stranieri, per lo più ciadiani e sudanesi. La Seleka è autrice del colpo di Stato che lo scorso 24 marzo ha portato al potere il presidente Michel Djotodia, ma da allora le nuove istituzioni di transizioni non riescono a stabilizzare la situazione, pur avendo ufficialmente sciolto la coalizione armata.
Alle autorità di Bangui, i paesi dell’Africa centrale hanno chiesto di istituire la commissione incaricata di organizzare elezioni generali e di stabilire un calendario preciso dell’intero processo, da concludersi entro 18 mesi. A N’Djamena è stata anche proposta l’organizzazione “quanto prima” di una conferenza nazionale inclusiva di tutti i protagonisti della vita politica centrafricana. – Misna