È di almeno sette morti il bilancio di uno scontro a fuoco tra la Guardia nazionale tunisina e un gruppo di militanti islamisti nella regione di Sidi Bouzid. Secondo l’emittente pubblica Wataniya-1 la sparatoria ha avuto inizio mentre i soldati stavano effettuando una perquisizione in alcune case di Sidi Ali Ben Aoun.
Nei giorni scorsi le forze di sicurezza avevano ucciso 10 miliziani islamisti a Beja vicino al confine con l’Algeria. Si trattava, secondo le autorità locali, di membri del gruppo Ansar al Sharia, legato al Qaida.
L’episodio avviene in un giorno cruciale per i futuri equilibri interni, mentre nel paese è atteso l’avvio di un dialogo nazionale tra gli islamisti di Ennahda al potere e i partiti di opposizione. Le consultazioni dovrebbero condurre alla fine della crisi politica cominciata lo scorso 25 luglio, dopo l’assassinio del deputato di opposizione Mohammed Brahmi, attribuito a estremisti salafiti.
Migliaia di tunisini sono riuniti in queste ore sulla principale Avenue Bourguiba, sede del ministero degli Interni e del palazzo del governo, in attesa di un pronunciamento del primo ministro. Ali Larayedh dovrebbe annunciare le dimissioni dell’attuale esecutivo, indicate come il primo passo in un processo di un calendario lungo un mese, scritto da quattro mediatori, tra cui la potente Unione generale dei lavoratori tunisini (Ugtt).
La road map prevede tre settimane per la composizione di un governo tecnico a cui dà tempo un mese per adottare la Costituzione, in fase di sviluppo da due anni, una legge elettorale e un calendario per le prossime elezioni. – Misna