Tanzania – Stop alla tratta verso i Paesi del Golfo

di Enrico Casale
lavoratrici africane

Il governo di Dar es Salam ha sospeso la licenza a circa 70 agenzie interinali dei paesi del Golfo che procuravano lavoratori ai paesi mediorientali. La mossa giunge al termine di un lungo braccio di ferro diplomatico e ripetute accuse di diffusi maltrattamenti subiti dalle lavoratrici emigrate, per lo più impiegate come collaboratrici domestiche, sul posto di lavoro.
La Tanzania è il principale paese d’origine delle domestiche presenti in Oman, dove la lingua swahili è ampiamente diffusa.
Ma il problema non riguarda solo le lavoratrici tanzaniane o africane. Per Nei paesi del Golfo si assiste oggi ad una vera e propria de-arabizzazione del mercato del lavoro; all’inizio venivano impiegati migranti provenienti dai vicini paesi arabi più poveri (quali Yemen o Egitto); da anni invece si preferiscono i lavoratori e le lavoratrici asiatiche, definiti “più efficienti e obbedienti”, più economici da impiegare e licenziare. Un business da milioni di dollari che genera un vero e proprio traffico di manodopera a basso costo, in cui sono le donne a pagare spesso il prezzo più caro.
Da anni le organizzazioni per i diritti umani  monitorano le violazioni ai danni di colf, cameriere e badanti nelle ricche petromonarchie; situazioni di sfruttamento, abusi verbali, psicologici, fisici e sessuali e condizioni di lavoro inumane.
(24/08/2015 Fonte: Misna)

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