Vita dura per gli imprenditori stranieri che, nonostante le mille e quotidiane difficoltà, hanno deciso di restare a lavorare in Tunisia: Paese che, dopo l’euforia della conquistata democrazia dopo decenni di dittatura, s’è trovato a confrontarsi con problemi enormi, in maggioranza strutturali, ma anche determinati da inesperienza, faciloneria, impreparazione. Di questo stato di cose è una plastica conferma una azienda italiana, la ”Carta Isnardo” che, all’inizio della prossima settimana, concluderà il ciclo di realizzazione di un’opera che consentirà all’intera zona di Tozeur (la capitale del deserto tunisino) di affrontare e risolvere positivamente i mille problemi del ciclo dei rifiuti, determinati anche da una approssimativa cultura dell’ambiente che ha portato la Tunisia a vedere sfregiata la sua bellezza dall’inveterata abitudine di fare del primo spazio libero una discarica a cielo aperto.
Isnardo Carta è il rappresentante di una antica famiglia di imprenditori veneti (di Montecchio Precalcino, in provincia di Vicenza), attiva dal 1820, che ha portato la laboriosità e la tecnologia italiana (soprattutto quella legata al ciclo dei rifiuti, compreso lo smaltimento di quelli industriali) un po’ ovunque nel Mediterraneo, a cominciare dai Balcani. Da qualche anno è in Tunisia dove ha avuto la sua buona dose di problemi, soprattutto dopo la Rivoluzione, ma che non le hanno impedito, ad esempio, di realizzare il parco industriale di Enfidha, a servizio dello scalo aeroportuale e, domani, dello stesso porto di acque profonde. I problemi legati alla realizzazione dell’impianto di Tozeur – un’opera da un milione e mezzo di euro – sono stati tanti e se per alcuni non c’era proprio nulla da fare (come gli enormi ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione tunisina e le difficoltà nel reperimento dei suoli), in altri, come la scelta del partner locale, ci s’è messa di mezzo anche una fiducia malriposta. In pratica, il socio tunisino a metà dei lavori ha gettato la spugna, costringendo l’azienda italiana a farsi essa stessa carico di tutto – anche delle cose non fatte dal partner – pur di completare l’opera e rispettare gli impegni assunti. Ora la discarica controllata di Tozeur, un gioiello di efficienza e funzionalità, è una realtà che consentirà ricadute favorevoli per una vasta area e, con essa, per una comunità sino ad oggi letteralmente ostaggio di rifiuti accumulatisi per anni.
Ed oggi, qual è il giudizio di Isnardo Carta? ”Quando un’impresa come la nostra, con una storia che ormai è lunga quasi due secoli – dice Carta -, decide di impiantarsi in un Paese come la Tunisia, con le sue problematiche, ma anche con le sue prospettive, mette in conto tutto. Ma, confesso, le difficoltà che abbiamo trovato lungo il nostro cammino sono state non tante, ma troppe. Nonostante tutto abbiamo deciso di restare qui, di scommettere ancora su questo Paese dalle mille contraddizioni. Ecco, l’impianto di Tozeur, che conferma l’eccellenza italiana, oggi è la migliore risposta a tutto”. (ANSAmed).