E’ stata una tragedia che ha scosso l’intero Burundi: nel pomeriggio del 7 settembre 2014, due suore italiane sono state ritrovati brutalmente assassinate nel loro convento di Kamenge, alla periferia di Bujumbura. La notte successiva, una terza suora è stato uccisa nonostante le forze di sicurezza fossero a guardia della struttura. Un uomo è stato arrestato dalla polizia. Ma un anno dopo, il dubbio rimane sulle circostanze delle uccisioni.
Christian Claude Butoyi è bloccato in un manicomio a Bujumbura. Per le autorità, è l’uomo di 33 anni l’autore del triplice omicidio. Arrestato due giorni dopo il delitto e trovato in possesso del telefono cellulare di una religiosa e una chiave del monastero, secondo la polizia avrebbe confessato. Ma viste le circostanze degli omicidi – in due fasi – e il profilo dell’attentarore, conosciuto nel quartiere come uno squilibrato, questa versione ha convinto poco.
Lo scorso gennaio, il caso è stato riaperto. Rivelazioni della Radio publique africaine, ritenuta vicino all’opposizione, hanno creato delle polemiche: la radio afferma di essere in possesso di registrazioni di un uomo che si presenta come appartenente al commando criminale. Sfida il potente capo dei servizi segreti Adoplhe Nshimirimana – che è stato assassinato.
Pochi giorni dopo, il direttore della Radio, Bob Rugurika, che rifiuta di svelare l’identità della sua fonte, è arrestato e accusato di complicità nell’assassinio delle religiose. Nuova polemica. Bob Rugurika trascorre un mese in prigione, prima di beneficiare della libertà vigilata ottenuta con la cauzione di un’importante somma. Un anno dopo le uccisioni, non ci sono risposte chiare su quanto accaduto, le ombre continuano a sussistere sulle circostanze e il motivo del delitto.
(07/09/2015 – Fonte: Rfi)