Nelle regioni costiere del Kenya e altre zone del paese sono in aumento le violazioni e gli abusi ai danni dei cittadini musulmani da parte delle forze dell’ordine: è l’accusa contenuta in un rapporto diffuso oggi da alcune ong keniane e statunitensi.
Nel documento, redatto da esperti dopo aver effettuato sopralluoghi e indagini, si accusano le forze di polizia e i servizi di intelligence di omicidi extragiudiziali, torture, sparizioni forzate e arresti arbitrari ai danni di musulmani.
Nel mirino dell’americana Open Society Justice Initiative e della keniana Muslims for Human Rights sono soprattutto gli agenti dell’unità anti-terrorismo della polizia keniana (Aptu) accusati di torturare i detenuti per estorcere loro confessioni forzate. Pratiche già diffuse negli ultimi anni ed estesesi ulteriormente dopo l’attacco al centro commerciale Westgate di Nairobi, rivendicato dagli insorti somali Al Shabaab.
Gli attivisti chiedono inoltre l’apertura di indagini indipendenti sulla sparizione di circa una ventina di individui, residenti soprattutto nella zona di Mombasa, e sull’uccisione recente di due imam radicali sospettati di legami con Al Shabaab.
Gli autori del rapporto sottolineano che “queste tecniche non solo costituiscono una flagrante violazione dei diritti umani ma si sono dimostrate controproducenti nel contrastare il fenomeno del terrorismo”.
Le indagini riguardano soprattutto le attività degli Aptu tra il 2012 e il 2013, ma si ritiene che “la scia delle violazioni risalga ad anni addietro”. Tra gli episodi citati quello delle ‘extraordinary renditions’ (deportazioni illegali) in Somalia ed Etiopia nel 2007 e in Uganda nel 2012.
Le autorità keniane sospettano infiltrazioni di Al Shabaab nella comunità islamica del Kenya, soprattutto dopo l’offensiva dell’esercito di Nairobi nella vicina Somalia, cominciata nell’ottobre 2011. In Kenya la comunità islamica è maggioritaria solo nelle regioni costiere del paese. Altre zone, tra cui la capitale, ospitano centinaia di migliaia di musulmani di origine somala fuggiti dalla guerra e dalla povertà. I musulmani moderati – in seguito alla crescente attenzione per la minaccia terroristica – lamentano di essere discriminati e oggetto di sospetti. – Misna