Abusi e illeciti commessi dall’esercito e dalle forze di sicurezza stanno alimentando “un’atmosfera diffusa di paura”: lo ha detto a New York l’inviato speciale del segretario generale dell’Onu per la Guinea Bissau, José Ramos-Horta, di fronte al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo il rappresentante dell’Onu, dopo il golpe militare dell’aprile 2012 la situazione in Guinea Bissau ha continuato a deteriorarsi “a causa di un numero crescente di casi di intimidazione, minacce e restrizioni alla libertà di espressione e di riunione, nonché di ingerenze dell’esercito negli affari dello Stato”.
Horta ha sottolineato l’importanza delle elezioni legislative e presidenziali, in origine previste questo mese ma rinviate al 16 marzo, perché nell’ex colonia portoghese possa essere “ripristinato l’ordine costituzionale”. Un cammino, ha sottolineato l’inviato speciale, tutt’altro che facile o scontato. A rallentarlo, secondo Horta, hanno contribuito contrasti sulla compilazione delle liste degli aventi diritto e nel calcolo delle risorse finanziare necessarie a organizzare lo scrutinio.
Dallo scorso anno in Guinea Bissau è in carica un governo di transizione guidato dal presidente Serifo Nhamadjo. Dopo l’indipendenza dal Portogallo ottenuta nel 1974, questo paese dell’Africa occidentale è stato più volte teatro di colpi di Stato militari. – Misna