Dal 15 dicembre, giorno del tentato colpo di stato da parte delle truppe vicine all’ex vicepresidente Riek Machar, le violenze hanno superato i confini politici per abbracciare l’odio etnico. Stupri, sevizie e omicidi sono all’ordine del giorno. Migliaia i morti e oltre 200.000 i profughi in appena tre settimane di ostilità.
Da Addis Abeba, dove da alcuni giorni sono in corso i difficili negoziati per il cessate il fuoco, il Presidente sud sudanese Salva Kir fa sapere di non essere disposto a concedere la liberazione dei ribelli, vicini a Machar,catturati nelle settimane scorse.
La situazione nel paese è resa difficile anche dal blocco economico seguito all’occupazione da parte di truppe ribelli dei principali pozzi petroliferi. – Euronews