Libia – al Baghdadi sarebbe a Sirte

di Enrico Casale
al Baghdadi

Il leader dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi sarebbe rimasto gravemente ferito in un raid dell’aviazione irachena lo scorso ottobre e poi curato in una località sconosciuta della Turchia – un trasferimento fatto «dalla Cia in coordinamento con i servizi di intelligence turca» – per poi essere portato a Sirte, capoluogo del Califfato in Libia.
La notizia bomba arriva dall’agenzia di stampa iraniana Fars, cita fonti libiche anonime e non è stata ancora verificata da testate indipendenti. Va quindi presa con molta prudenza. Fra Iran e potenze sunnite come la Turchia e l’Arabia saudita è in corso anche una guerra mediatica a colpi di propaganda e disinformazione. Se fosse confermata la notizia metterebbe Ankara pesantemente sul banco degli imputati come principale complice dell’Isis.
La notizia del ferimento di Al Baghdadi era stata diffusa da media iracheni un prima volta nell’aprile scorso e mai confermata dall’Intelligenze occidentale. In estate altre fonti irachene aveva detto che il leader islamista era rimasto paralizzato. A ottobre ancora Baghdad aveva affermato che il Califfo era stato colpito in un altro raid che aveva distrutto un convoglio dell’Isis vicino a Ramadi.
Anche questa circostanza non è mai stata confermata, anche perché è altamente improbabile che Al Baghdadi si esponga a rischi così alti visitando una regione in prima linea nella lotta contro il governo centrale iracheno. Adesso però Teheran, che appoggia il premier sciita iracheno Al Abadi, rilancia la notizia e coinvolge pesantemente la Turchia.
Il contesto, per capire, è quello di uno scontro frontale fra Al Abadi e il governo turco, che ha inviato 1200 soldati e 30 tank nel Kurdistan iracheno senza chiedere il permesso a Baghdad. Sia l’Iraq che l’Iran, alleati della Russia, cercano in questo momento di mettere in difficoltà Ankara, accusata di collusioni con l’Isis e di essere il maggior beneficiario del traffico illegale di petrolio dai territori controllati dagli islamisti sunniti. Un’altra accusa ricorrente è proprio quella di accogliere i combattenti dell’Isis feriti nei propri ospedali.
I rumours su Sirte come rifugio ultimo delle alte gerarchie dell’Isis, che temono il collasso del Califfato e la loro eliminazione, sono stati diffusi la scorsa settimana sia da fonti libiche che irachene. Le forze dell’Isis sono in rapida espansione in Libia e questa mattina una colonna è stata bloccata da raid aerei del governo di Tobruk alla periferia di Bengasi. Il territorio attorno a Sirte è ora controllato da 5-10 mila uomini dell’Isis o loro alleati. A Bengasi le forze islamiste sia dell’Isis che di Al Qaeda si battono contro l’esercito regolare che fa capo a Tobruk.
Proprio oggi il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, in un incontro con la stampa italiana a Mosca, ha detto che la Russia è «pronta ad aiutare l’Italia» sulla Libia. «Capisco quanto è importane» il problema libico, «sia per motivi geografici che storici. Noi confermiamo la nostra comprensione e siamo pronti a prestare il nostro aiuto».
(10/12/2015 Fonte: La Stampa)

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