05/02/14 – Libia – Sangue a scuola Bengasi, 12 studenti feriti da bomba

di AFRICA

 

Un “attacco brutale”. Era appena scattata l’ora di ricreazione alla scuola privata di Bengasi nell’est della Libia quando è esploso l’inferno. Almeno una dozzina gli studenti rimasti feriti, di cui due gravi, dopo che una bomba è stata lanciata a metà mattinata all’interno dell’edificio. Testimoni, citati dal quotidiano LibyaHerald nella sua versione online, hanno riferito di avere visto un “uomo lanciare un ordigno oltre il recinto della scuola”. Una bomba di “bassa potenza” – hanno aggiunto le stesse fonti – ma capace di seminare terrore.

Gli studenti ricoverati all’ospedale al-Jala hanno “tutti dai 13 ai 17 anni”, ha detto un medico dei servizi di pronto soccorso locali, precisando che uno dei ragazzi feriti ha perso una gamba. Da parte sua un portavoce dei servizi di sicurezza, Ibrahim Al-Sharaa, ha affermato al giornale di non essere in grado di confermare le voci secondo le quali a lanciare la bomba sarebbe stato uno studente, e ha aggiunto che al momento non è ancora nota l’identità dell’assalitore, né il tipo di ordigno. Culla della rivoluzione nel 2011, la città di Bengasi è diventata negli ultimi anni la principale roccaforte dei miliziani – ex ribelli – che si oppongono al centralismo di Tripoli, autori di decine di violenti attacchi contro le forze della sicurezza. Ma nella seconda città libica sono anche presenti gruppi radicali islamici.

Solo qualche giorno fa, nel corso di un blitz che ha portato alla morte di un soldato, le forze speciali hanno annunciato di avere arrestato quattro persone che possedevano una sorta di “lista di ufficiali già assassinati o da uccidere”. Ieri sera un altro gruppo armato – non ancora identificato – ha invece attaccato un pattugliamento delle forze speciali dispiegato nel centro della città, fortunatamente senza causare vittime. La scorsa settimana tre soldati erano stati assassinati in un altro agguato, mentre a fine gennaio altri scontri tra le forze speciali e gruppi armati avevano causato la morte di almeno un militare e il ferimento di altri due. A più di due anni dalla caduta di Muammar Gheddafi, il caos e l’anarchia regnano sovrani nel Paese. Ma oltre alle forze dell’ordine i miliziani hanno preso di mira anche alti esponenti del governo. Il 29 gennaio scorso il ministro dell’Interno ad interim Seddik Abdelkarim, è uscito indenne da un tentativo di omicidio a Tripoli. Ad ottobre invece il premier Ali Zeidan era stato sequestrato da alcuni miliziani armati, sempre nella capitale libica, per poi essere rilasciato qualche ora dopo. (ANSA)

 

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