Il 15 febbraio arriveranno a Luanda, in Angola le navi Cavour, Etna e Bergamini, impegnate da mesi nel progetto ‘Sistema paese in movimento’ che vede la Cavour trasformata in una fiera galleggiante che ospita i piu’ grandi marchi italiani, non solo nel campo della Difesa, come Fincantieri e Finmeccanica ma anche in quello piu’ strettamente commerciale come Federlegno, Piaggio, Fiat. Il ministro della Difesa, Mario Mauro arrivera’ nella capitale angolana il 16 febbraio. Ma perche’ Mauro, fra le tante citta’ raggiunte dalla Cavour, ha deciso di raggiungere la portaerei proprio a Luanda? Fra l’Italia e l’Angola da mesi sono in corso una serie di fitti contatti a livello militare. La storia militare dell’Angola, ex colonia portoghese, ha visto per decenni il sostegno da parte dell’Unione Sovietica, rimasto anche dopo la caduta del muro di Berlino. Dunque le armi e i mezzi Luanda li ha sempre acquistati principalmente dalla Russia ma anche da Cina, Cuba e infine Portogallo e Brasile. Tuttavia molti di questi mezzi non sono modernissimi e percio’ non consentono di far fronte alle esigenze che il secondo produttore di petrolio in Africa ha sviluppato: la tutela delle coste contro trafficanti di droga e uomini; la tutela delle piattaforme off shore e di navi contro la minaccia dei pirati che sembra essere sempre piu’ vicina; il controllo delle frontiere, specialmente quelle con il Congo con oltre 2.500 chilometri di giungla inaccessibile. Dunque da anni il governo angolano ha deciso di aumentare progressivamente la spesa militare. Nel 2012 e’ stata di oltre 4 miliardi di dollari. Nel 2013, questi investimenti sono aumentati del 40% consegnano a Luanda il primato mondiale del maggior incremento di spesa in questo settore. Considerando i mezzi economici a disposizione, l’Angola ha deciso di guardare anche al di la’ dei soliti partner commerciali. Nel luglio scorso una delegazione di nove alti vertici militari angolani, responsabili di diversi rami delle forze armate, e’ arrivata in Italia e ha fatto visita ad una serie di fabbriche di mezzi e armi da guerra: tra le altre Finmeccanica, Fincantieri, Rheinmetall e Iveco. Fonti militari angolane raccontano dello stupore dei loro vertici militari nel vedere in una delle fabbriche italiane alcuni mezzi con scritte in cirillico, pronti per essere venduti al governo russo, da sempre fornitore dell’Angola. Durante questa visita gli angolani si sono anche mostrati molto interessati alla portaerei Garibaldi, che al momento si trova ferma per un’ammodernamento. In Italia il gruppo ha incontrato il ministro della Difesa Mauro, oltre al segretario generale della Difesa Claudio Debertolis e al capo di Stato maggiore Luigi Binelli Mantelli. Dopo questa visita, nel novembre scorso e’ stato lo stesso ministro della Difesa angolano ad andare in Italia: Candido Pereira dos Santos Van Dunem e Mario Mauro hanno infatti firmato un accordo di cooperazione che prevede scambi di informazioni, addestramenti congiunti, formazione di soldati angolani nelle accademie italiane. In attesa che i parlamenti dei due paesi ratifichino l’accordo, Mauro ricambia la visita dell’omologo angolano. Negli stessi giorni a Luanda arriveranno anche esponenti di diverse imprese italiane, militari e non, che visiteranno alcune aree del paese che il governo angolano intende sviluppare con la prospettiva di creare fabbriche e dunque posti di lavoro per l’Angola, soprattutto con l’aiuto di imprese straniere e chissa’ italiane. Agi