14/02/14 – Mali – Caso dei “beretti rossi”, incriminato capo di stato maggiore

di AFRICA

 

E’ stato incriminato per non meglio precisati “fatti gravi” il generale Yamoussa Camara, attuale capo di stato maggiore del presidente Ibrahim Boubacar Keita, già ministro della Difesa durante la transizione e tra gli autori del golpe del 2012. Il giudice Yaya Karembé lo ha sottoposto ad un interrogatorio ieri mattina nell’ambito del caso dei “berretti rossi”, i soldati rimasti fedeli all’ex presidente Amadou Toumani Touré (Att), misteriosamente scomparsi due mesi dopo il colpo di stato a firma del capitano Amamdou Haya Sanogo e dei suoi “berretti verdi”. Secondo fonti di stampa maliana il generale Camara, molto vicino a Sanogo, è accusato di “tentato omicidio” e di “aver diffuso false informazioni per insabbiare il caso dei berretti rossi”.

In quel periodo convulso gli uomini legati ad Att hanno tentato un contro-golpe, represso con l’uccisione di un numero imprecisato di soldati di questa unità mentre di altri 21, presentati dalla giunta al potere come “mercenari”, si erano perse le tracce. Due mesi fa, nell’ambito delle ricerche coordinate dal giudice Karembé, una fossa comune con 21 corpi è stata rinvenuta a Diago, nei pressi del campo militare di Kati, a 15 chilometri di distanza dalla capitale, base dell’ex giunta militare. Presumibilmente i corpi riesumati sarebbero quelli dei berretti rossi scomparsi.

L’arresto di Yamoussa segue di tre mesi l’incriminazione dell’ex capo della giunta militare, il controverso Sanogo, diventato generale la scorsa estate. Finora 15 persone tra soldati semplici e militari di alto rango sono già finite in manette, ma, secondo il sito d’informazione Malijet, “altre teste cadranno tra collaboratori e dirigenti del periodo di transizione”. In tempi brevi potrebbero finire nella rete della giustizia maliana personalità militari e politiche di primo piano. Il giudice Karembé ha già chiesto ad Abdoulaye Koumaré, ministro dei Trasporti, Ibrahim Dahirou Dembélé, ex capo di stato maggiore generale delle Forze armate e Sidi Alhassane Touré, ex direttore generale della Sicurezza di Stato, di mettersi a disposizione per un interrogatorio in data da destinarsi.

Il colpo di stato del 22 marzo 2012 ha fatto precipitare il Mali, paese globalmente stabile, nel caos oltre a dividere cittadini, esercito e classe politica tra pro e anti-golpisti. Ancora oggi Sanogo e i suoi “berretti verdi” godono di un certo sostegno di una parte della popolazione. Anche in conseguenza delle numerose accuse di ong locali ed internazionali nei confronti di Sanogo e di pressioni internazionali, il presidente Keita, eletto lo scorso agosto, si è impegnato a fare luce su questo periodo buio della storia recente. – Misna

 

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