Patrice Edouard Ngaissona, coordinatore autoproclamato delle milizie di autodifesa Anti-Balaka, e alcuni suoi collaboratori sono stati arrestati nel nord della Repubblica del Congo e trasferiti a Brazzaville: lo hanno annunciato fonti di sicurezza del paese confinante. Ngaissona, ex ministro sotto la presidenza di François Bozizé, è stato catturato nella regione settentrionale di Likouala, separata dal Centrafrica dal fiume Oubangui, dove sono rifugiati 11.000 civili. Nelle scorse settimane altri otto dirigenti delle milizie di autodifesa sono stati fermati a Bangui. Per ora non è stato precisato se e quando Ngaissona verrà estradato verso il paese di origine.
La Repubblica del Congo è in prima linea nella crisi centrafricana. Da gennaio 2013 il presidente Denis Sassous Nguesso è mediatore e Brazzaville ha dispiegato un migliaio di soldati nell’ambito della Missione internazionale per la stabilizzazione del Centrafrica (Misca). La guida della missione panafricana è stata affidata al generale Jean-Marie Michel Mokoko.
Intanto a Bangui la presidente di transizione Catherine Samba-Panza ha chiesto alle truppe francesi di Sangaris e ai soldati africani della Misca di “attuare pienamente il mandato assegnato dall’Onu per bloccare gli elementi incontrollati tutt’ora attivi”. La presidente centrafricana ha espresso “preoccupazione” per le violenze quotidiane nella capitale ma soprattutto per “l’esodo di massa delle comunità musulmane”. La Croce Rossa centrafricana ha rinvenuto 11 corpi senza vita, di cui alcuni mutilati, per la strade di Bangui, nel quartiere musulmano Pk5, teatro di nuove violenze che hanno causato dieci feriti. Oggi un convoglio di una cinquantina di veicoli militari, tra blindati e camion, è arrivato nella capitale centrafricana in provenienza dal Ciad. “E’ in corso il dispiegamento di 400 rinforzi dell’operazione Sangaris” ha annunciato il luogotenente Thomas Mollard. Domani, di ritorno dalla Nigeria, il presidente francese François Hollande farà tappa a Bangui. – Misna
