Nello Zimbabwe vivono 14 milioni di abitanti e, secondo l’ Associazione Nazionale delle Società di Assistenza ai Disabili, in tutto il Paese ci sono 1 milione e 800 mila disabili, non udenti, non vedenti e persone mute, contagiati dall’Hiv. Nonostante il calo dei casi dal 29% del 1997 ai circa 13,7% attuali, attivisti disabili e sieropositivi affermano di non ricevere alcun tipo di assistenza nella lotta contro la pandemia. Non esistono programmi governativi particolari. Inoltre, il Ministero della Salute e Assistenza all’Infanzia non ha statistiche sul numero di persone disabili che hanno accesso alle cura per il trattamento del virus. Il sistema sanitario pubblico manca di politiche o programmi per preparare il personale medico, che tratta l’Hiv con la formazione e le conoscenze necessarie per aiutare i disabili nella prevenzione dell’epidemia. Le categorie più colpite e penalizzate sono i sordi e i ciechi per i quali non esiste un programma di prevenzione, cura e assistenza. Secondo le informazioni della Dhat (Disability, Hiv and Aids Trust), molte delle difficoltà di queste persone sieropositive derivano dall’opinione comune del personale sanitario secondo il quale i disabili non sono sessualmente attivi. (AP) (11/01/2016 Fonte: Fides)
Zimbabwe – Senza cura i disabili con l’Aids
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