Si terrà a metà giugno, ma ancora non si sa quando, la missione di mediazione africana in Russia e Ucraina, come deciso durante una riunione di lunedì organizzata dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. Lo si apprende da una nota ufficiale diffusa ieri dalla presidenza sudafricana, in cui si specifica che “i capi di Stato hanno confermato la loro disponibilità a recarsi in Russia e Ucraina a metà giugno”, una missione cui parteciperanno i ministri degli Esteri dei sei paesi in questione “per definire gli elementi di una tabella di marcia verso la pace”.
I paesi che partecipano all’iniziativa sudafricana sono Congo-Brazzaville, Egitto, Senegal, Uganda e Zambia, oltre ovviamente al Sudafrica, e alla riunione di lunedì ha partecipato in remoto anche il presidente delle Comore Azali Assoumani, attualmente presidente dell’Unione africana.
Nel corso di una conferenza stampa congiunta con il suo omologo portoghese Marcelo Rebelo de Sousa, ieri a Johannesburg in Sudafrica, Ramaphosa ha detto che “la nostra missione è una missione di pace, un cammino verso la pace” che ha l’obiettivo in questa fase di “ottenere un impegno da entrambe le parti” per arrivare alla fine del conflitto. De Sousa ha ringraziato il suo omologo sudafricano, evidenziando l’importanza dell’iniziativa di pace africana e dell’ascolto delle due parti in conflitto, per “dire loro qual’è la visione africana di questa guerra, che non è solo europea ma globalizzata”.
L’Africa è duramente colpita dagli effetti collaterali del conflitto russo-ucraino, vittima dell’aumento dei prezzi di materie prime come cereali e fertilizzanti e delle conseguenze sui mercati e sul commercio internazionale.