C’è chi non conosce l’Africa e invece chi, anche solo essendoci stato una volta, vede il continente africano come un’imperdibile occasione di crescita per il nostro paese e per se stessi. E ci vuole tornare.
“Vadoinafrica“, il gruppo di networking che in pochi mesi ha raccolto attraverso i social oltre 5000 iscritti, si è riunito il 20 dicembre sera alla Santeria Paladini a Milano per un primo Meetup e aperitivo di conoscenza dopo l’incontro su Facebook avviato grazie all’idea del curatore del gruppo, Martino Ghielmi, collaboratore della rivista Africa, il quale viene da un’esperienza di consulente e formatore specializzato in cooperazione internazionale.
Presenti all’incontro un centinaio di persone tra cui professionisti di vari settori: dal fashion, al marketing, all’energia, alla comunicazione, oltre che studenti e viaggiatori innamorati dell’Africa o che vedono nel continente africano il proprio futuro. L’idea, che ha raccolto tanti consensi, è quella di sfuggire allo stereotipo che circola mainstream di Africa povera e distrutta dai conflitti, che non corrisponde a ciò che racconta chi il viaggio lo ha fatto, per parlare invece di quello che il continente può offrire in termini di lavoro e imprenditoria. Secondo l’organizzatore, il gruppo, che lavora principalmente su Facebook, deve essere utilizzato come strumento per “connettere bisogni, creare valore economico e valore culturale, per creare business”.
Alla presentazione hanno raccontato la loro esperienza: Judith Ambusu, archivista dei tessuti romana-congolese, specializzata in seminari sull’estetica africana e i tessuti, nonchè curatrice del blog Afrosalt Boho; Tiziana Manfredi, artista genovese che realizza progetti di arte visiva tra l’Italia e il Senegal, il giovane imprenditore Elom Paul Kpelly che, oltre a distribuire lamiera italiana in Togo, all’etá di 25 anni, guida diverse società, e Simone Vaccari che si occupa di vendere e distribuire sistemi fotovoltaici in Ghana e Costa d’Avorio. Lui, come molti altri presenti all’evento, pensa che:”fare profitto migliorando la vita delle persone in Africa” sia inequivocabilmente la strada giusta per una cooperazione sorta dal basso.
(Laura Ghiandoni)