«Abbiamo il controllo di Tripoli al 100%». L’ex premier Khalifa Ghwell lancia un messaggio trionfale di vittoria. Ma a Tripoli, la situazione sul campo, non pare così chiara da sabato quando, proprio Ghwell, leader del vecchio Governo islamista, ha cercato di abbattere il Governo di unità nazionale patrocinato dall’Onu e presieduto da Fayez al Sarraj. Gli scontri e le violenza infatti continuerebbero. E i golpisti non avrebbero avuto la meglio sui fedelissimi di al Sarraj.
In una dichiarazione trasmessa nella notte di domenica da «Libya Channel», Ghwell ha sostenuto che «adesso Tripoli è in mani sicure e quello che ci interessa è la sicurezza dei cittadini, offrire loro i servizi di cui hanno bisogno». Ghwell ha detto di voler «tranquillizzare i libici e la popolazione di Tripoli sul fatto che la capitale è sicura e in pace». A Tripoli la situazione è tornata alla «normalità», ha assicurato, affermando che «qualsiasi affermazione in senso contrario è assolutamente falsa».
Secondo gli ultimi aggiornamenti, però, i golpisti controllerebbero solamente il palazzo del Consiglio di Stato, anche se dovrebbero poter contare sul sostegno di una parte della Guardia presidenziale libica, la forza d’elite voluta dalle Nazioni Unite per garantire la sicurezza del Consiglio presidenziale guidato dal premier designato Fayez al Sarraj, che ha annunciato di voler sostenere il Governo «legittimo e costituzionale» dell’ex premier Ghwell.
A marzo, il governo di Ghwell è stato esautorato dopo l’arrivo a Tripoli di Al Serraj. «L’accordo politico mediato dall’Onu è stato raggiunto per assicurare un posto a Khalifa Haftar (il generale sostenuto da Tobruk, ndr) e per permettergli di governare la Libia con la forza – ha detto il portavoce dei golpisti -. Invitiamo i rivoluzionari a essere pronti a lavorare con la Guardia presidenziale per proteggere l’unico Governo legittimo, quello di salvezza nazionale del Congresso generale nazionale, e la capitale Tripoli dalle malefatte delle forze armate illegittime».