In un anno alla guida del governo, Abiy Ahmed ha rivoluzionato l’Etiopia. Dal punto di vista internazionale, la pace con la vicina Eritrea ha aperto una stagione di stabilità in tutto il Corno d’Africa. La stabilità internazionale ha poi avuto forti ricadute sulla sfera politica ed economica: molti gruppi ribelli in esilio sono rientrati, il commercio è ripreso e, potenzialmente, può ancora rafforzarsi grazie all’accesso al mare garantito dall’Eritrea.
Le sfide però sono ancora molte. Se è vero che l’economia dell’Etiopia è una delle più dinamiche del continente, è anche vero che il Paese è ancora fortemente dipendente dalle importazioni. Nel tempo, questo fenomeno, insieme alle ingenti spese in campo infrastrutturale (legate soprattutto alla costruzione delle dighe), ha portato a una forte riduzione delle riserve in valuta estera e quindi a un impoverimento del sistema economico.
Per liberare risorse, Abiy ha varato un piano di liberalizzazione dell’economia per attrarre investimenti esteri diretti. A febbraio, il ministero delle Finanze dell’Etiopia ha annunciato, per esempio, che il governo darà la priorità alla parziale privatizzazione di Ethio Telecom. Sono state poi vendute partecipazioni in società di proprietà statale tra cui Ethiopian Airlines, Etiopia Shipping & Logistics Enterprise e Ethiopian Electric Power. Con questo piano, il governo di Abiy spera di attirare investimenti stranieri e stimolare lo sviluppo economico. Un programma ambizioso che rivelerà le sue potenzialità solo nel medio-lungo termine.
Il governo di Abiy sta poi proseguendo nel progetto di stabilizzazione del Corno d’Africa. Maggiore stabilità significa migliori condizioni per sviluppare l’economia. Soprattutto un’economia, come quella etiope, che non gode di sbocchi verso il mare. È proprio in quest’ottica che Addis Abeba ha stretto accordi con tutti i vicini che hanno accesso al mare: Kenya, Sudan, Eritrea e Gibuti.
L’Etiopia svilupperà congiuntamente strutture nel porto di Gibuti in cambio di partecipazioni in imprese etiopi statali. Parallelamente l’Etiopia creerà una struttura logistica nel porto di Lamu in Kenya e avrà partecipazioni in quello di Port Sudan (Sudan) e di Berbera (Somaliland). Infine avrà accesso ai porti eritrei grazie all’accordo di pace firmato nel luglio 2018.
Abiy sta procedendo quindi a riforme profonde. Riuscirà a trasformare l’Etiopia e, soprattutto, a mantenere la stabilità nel Corno d’Africa?