Accordo in Sudan: gli uomini dell’intesa

di Raffaele Masto

E’ arrivata concretamente oggi la attesa firma della prima parte della cosiddetta Dichiarazione Costituzionale per la crisi sudanese. Soddisfazione è arrivata da molte cancellerie africane e arabe e dall’Unione Africana. Soprattutto è arrivato il plauso dalla Lega Araba per un passaggio che dovrebbe spianare la strada a una nuova fase della transizione. Fonti dell’organizzazione panaraba con sede al Cairo, citate dai media egiziani, considerano gli ultimi sviluppi come una “nuova e importante fase in linea con le aspirazioni del popolo sudanese, che vuole un governo civile e democratico” e la “pace” nel Paese. La Lega Araba, esprimendo soddisfazione, conferma quindi il sostegno al Sudan.

Ad avere spinto per l’intesa è stata soprattutto l’Arabia Saudita che guida la coalizione di forze che hanno sostenuto i generali al potere. I due generali della Consiglio di transizione che in queste ore hanno annunciato l’accordo, lo hanno diffuso e lo hanno infine firmato sono infatti due personaggi legatissimi al regime di Riad. Entrambi sono stati protagonisti del progressivo allontanamento del Sudan dalla leadership del Qatar al quale inizialmente il regime del deposto Omar al Bashir era legato.

Questi due generali sono i due personaggi che oggi guidano la giunta che ha sottoscritto gli accordi. Il primo è il leader del Consiglio di Transizione, il generale Abdel Fattah Burhan che in passato è stato il comandante delle truppe sudanesi nello Yemen. Burhan nelle ultime settimane è andato almeno tre volte a Ryad dove probabilmente ha preso indicazioni per condurre le trattative che poi hanno portato alla firma dell’intesa. L’altro generale che ha guidato le trattative e che ha firmato la dichiarazione costituzionale è Mohamed Hamdan Hameti, numero due della giunta e comandante delle forze speciali sudanesi che vanno sotto il nome di Forze di Supporto Rapido composte da soldati che hanno fatto parte dei Janjaweed, letteralmente “Diavoli a Cavallo”, accusati di avere compiuto crimini di guerra nel Darfur nei primi anni duemila per i quali l’ex presidente Omar al Bashir è sotto accusa della Corte Penale per genocidio e crimini di guerra. I Janjaweed erano sotto il comando del generale Hameti che ora è diventato il leader dei militari al potere e che ha spostato il Sudan dall’influenza del Qatar e della Turchia sotto quella dell’Arabia Saudita.

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