Accordo tra Ruanda e Rd Congo per cessate il fuoco immediato

di claudia
Felix Tshisekedi e Paul Kagame

Incontratisi ieri a Luanda, in Angola, il presidente congolese Felix Tshisekedi e il suo omologo ruandese Paul Kagame si sono accordati per un cessate il fuoco immediato e l’avvio di un processo volto a “disinnescare” le tensioni nell’est della Repubblica democratica del Congo (Rdc). Il cessate il fuoco e l’accordo sono stati annunciati dal presidente angolano Joao Lourenço, nominato mediatore dei colloqui tra le due parti dal Unione africana. Lo riportano le agenzie internazionali.

“Sono felice di annunciare che abbiamo compiuto progressi, dal momento che abbiamo concordato un cessate il fuoco, tra le altre cose”, ha annunciato il capo di stato angolano durante una conferenza stampa che ha segnato la fine del vertice. Kinshasa e Kigali sono ai ferri corti da quando il gruppo ribelle M23, che opera nell’est della Rdc, ha lanciato a fine marzo un’importante offensiva nelle regioni di confine orientale: Kinshasa accusa Kigali di addestrare, sostenere ed armare il gruppo armato, cosa che il Rwanda nega da sempre ribaltando le accuse contro i congolesi, accusati di bombardare e prendere di mira con armi da fuoco e mortai il territorio rwandese.

All’inizio della giornata di ieri Felix Tshisekedi e Paul Kagame hanno anche deciso di “creare un meccanismo di monitoraggio ad hoc che sarà guidato da un ufficiale dell’esercito angolano” e che entrerà in vigore contemporaneamente allo strumento esistente della Conferenza internazionale sulla regione dei Grandi laghi (Icglr).

Durante una conferenza stampa nel tardo pomeriggio Felix Tshisekedi ha definito “inutile” il clima di tensione tra i due Paesi perché costituisce “un fattore destabilizzante e non contribuisce allo sviluppo e al benessere dei rispettivi popoli” mentre dal canto suo Paul Kagame ha ritenuto “soddisfacenti” i risultati del vertice di Luanda: il capo di stato rwandese ha detto che l’accordo sarà il principio della normalizzazione dei rapporti tra le due nazioni.

L’accordo di Luanda chiede inoltre “l’immediata cessazione delle ostilità e il ritiro immediato e incondizionato dell’M23 dalle sue posizioni nella Rdc” e ordina il ritorno dei profughi ruandesi nel loro Paese. Il testo specifica che qualsiasi sfruttamento delle risorse naturali nella regione deve avvenire nel rigoroso rispetto della sovranità degli stati. Ulteriori colloqui si terranno il 12 luglio sempre a Luanda al fine di consolidare gli accordi di ieri.

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