Gino Strada ci ha lasciati. Il fondatore della Ong Emergency è morto all’età di 73 anni.
Era stato lui a ideare nel 1994 l’organizzazione umanitaria, che negli anni si sarebbe specializzata nel soccorrere le vittime della guerra e delle emergenze: la creò in Ruanda, all’indomani del genocidio, riaprendo il reparto di chirurgia dell’ospedale di Kigali e riattivando il reparto di ostetricia e ginecologia.
Fin da subito Gino Strada e i suoi compagni e colleghi – tra cui la moglie Teresa Sarti morta nel 2009 – intrapresero la campagna che ha portò l’Italia a mettere al bando le mine antiuomo. “I nostri medici, chirurghi, infermieri avevano visto e continuavano a vedere tutti i giorni l’orrore della guerra e dei suoi effetti: per questo non abbiamo potuto fare a meno di impegnarci nella promozione quotidiana di valori di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani”.
Nel corso degli anni le attività di Emergency si sono sviluppate: Iraq, Afghanistan, Cambogia, Serbia, Eritrea…
Nato a Sesto San Giovanni, Comune in provincia di Milano, cresciuto in un ambiente cattolico sensibile alla realtà sociale, Gino Strada si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università Statale di Milano nel 1978, all’età di 30 anni, specializzandosi in chirurgia d’urgenza.
Dopo gli studi, inizia a viaggiare: Stati Uniti, Inghilterra, Sudafrica. Ma la sua vocazione lo porta in territori più difficili, a lavorare con la Croce Rossa (1988) all’assistenza dei feriti di guerra. Nel periodo 1989-1994 lavora con il Comitato internazionale della Croce Rossa in varie zone di conflitto: Pakistan, Etiopia, Perù, Gibuti, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina.
Medico, pacifista e attivista per i diritti umani, Gino Strada ha guidato la crescita di Emergency, portando cure gratuite e di qualità a chi ne ha bisogno, vittime delle mine, della guerra, ma anche della povertà che ne consegue e che spesso compromette un intero Paese anche anni dopo la fine dei conflitti. Sierra Leone, Sudan, Algeria, Angola, Palestina, Nicaragua, Sri Lanka… e anche Italia.
“La notizia ci ha colto tutti di sorpresa, lasciateci riprendere dal dolore”: è il primo commento della presidente di Emergency Rossella Miccio.
Ecco il comunicato diffuso poco fa dall’organizzazione:
“Il nostro amato Gino è morto questa mattina. È stato fondatore, chirurgo, direttore esecutivo, l’anima di Emergency. “I pazienti vengono sempre prima di tutto”, il senso di giustizia, la lucidità, il rigore, la capacità di visione: erano queste le cose che si notavano subito in Gino. E a conoscerlo meglio si vedeva che sapeva sognare, divertirsi, inventare mille cose. Non riusciamo a pensare di stare senza di lui, la sua sola presenza bastava a farci sentire tutti più forti e meno soli, anche se era lontano. Tra i suoi ultimi pensieri, c’è stato l’Afghanistan, ieri. È morto felice. Ti vogliamo bene Gino”.
“Io vi abbraccio ma non posso rispondere ai vostri tanti messaggi (grazie), perché sono qui: dove abbiamo appena fatto un soccorso e salvato vite. È quello che mi hanno insegnato lui e la mia mamma. Abbracci forti a tutte e tutti”: così in un tweet Cecilia Strada, la figlia del fondatore di Emergency.
“Addio Gino Strada, maestro di umanità”. Così su Twitter il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, pubblicando una foto del fondatore di Emergency impegnato nel prestare le cure a un bambino. L’immagine è accompagnata da una citazione dello stesso Strada: “Se un qualsiasi essere umano sta in questo momento soffrendo, è malato o ha fame ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di una persona è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi”. “Gino Strada, una vita esemplare. Di amore e di lotta. Una grande eredità”, ha scritto il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni.
La dichiarazione del presidente di Democrazia Solidale Mario Giro: “La scomparsa di Gino Strada lascia un grande vuoto nel mondo delle ong e della società civile impegnata per un mondo più giusto. Pioniere della cooperazione internazionale, Gino ha aperto nuove vie di vicinanza concreta tra mondi e in particolare tra nord e sud. Fautore della pace Gino ha ricordato a generazioni di italiani l’inutilità della guerra e il valore dell’incontro tra culture. Con la fondazione di Emergency ha saputo incontrare le sofferenze di moltissime persone che mai avrebbero avuto diritto alle cure. Gino rimarrà per tutti un esempio di intransigente volontà di giustizia ed eguaglianza”.