Il municipio di Addis Abeba, capolavoro del modernismo africano firmato dall’architetto Arturo Mezzedimi, è stato recentemente restituito all’antico splendore da un attento restauro; una scelta non scontata in una città in cui il patrimonio storico è spesso ignorato in nome della speculazione edilizia.
di Federico Monica
L’edificio è imponente ma allo stesso tempo estremamente elegante, i suoi volumi bianchi e l’alta torre sono ormai uno dei simboli di Addis Abeba, una città che cresce in maniera febbrile spesso dimenticandosi della sua storia e cancellando il suo patrimonio architettonico.
Non sempre per fortuna: domenica scorsa infatti la Town Hall di Addis, lo storico municipio della città in stile modernista, è stata inaugurata dopo anni di restauri che ne hanno preservato l’aspetto esterno rinnovando completamente gli ambienti interni. L’edificio è opera dell’architetto italiano Arturo Mezzedimi che, partito da Siena alla volta di Asmara all’indomani della guerra coloniale, divenne uno dei maggiori artefici dello sviluppo urbano e architettonico di Addis Abeba oltre che di numerose città Etiopi, Eritree o Yemenite. Celebri sono le fotografie che lo riprendono intento a mostrare al Negus Haile Selassiè l’avanzamento di cantieri come quello dell’Africa Hall, prima sede dell’Unione Africana, che fra gli anni ’50 e gli anni ’70 hanno trasformato il volto della città rendendola una capitale del modernismo africano.
Inserito nel quartiere di Piassa, a fianco dell’antica cattedrale di San Giorgio l’edificio è stato pensato come la quinta monumentale di una delle strade più importanti della città: l’attuale Winston Churchill avenue, che si sviluppa per tre chilometri da Piassa alla vecchia stazione ferroviaria.
Su un grande elemento centrale semicurvo si innestano la grande hall del consiglio comunale e dalla parte opposta due edifici che disegnano una piazza sovrastata da un’imponente torre che richiama le proporzioni e lo stile degli obelischi di Axum.
Come spesso accade nell’architettura modernista sono i dettagli a rendere estremamente interessanti gli edifici, dalla copertura a ventaglio della hall alle facciate sagomate per migliorare illuminazione e aerazione fino ai frangisole sulla facciata principale che disegnano un originalissimo motivo a esagoni intrecciati.
La realizzazione di questo restauro ha particolare importanza simbolica in quanto avviene in un momento delicato per il patrimonio storico della capitale Etiope: la speculazione edilizia e regole poco chiare sulla tutela del patrimonio fanno sì che molti edifici tipici del modernismo siano abbattuti per lasciare posto ad anonimi palazzi o vengano rinnovati distruggendone però le caratteristiche architettoniche o estetiche.
È il caso, ad esempio, della tendenza a riverniciare diversi edifici in bianco e blu denunciata recentemente da diversi storici e studiosi di architettura; la speranza è che l’approccio usato per il restauro della city hall possa essere di esempio e segnare un cambio di atteggiamento verso la tutela del patrimonio architettonico e storico di Addis Abeba.