L’economia africana dovrebbe tornare a crescere un po’ in tutti i Paesi nel corso del 2021 dopo la recessione causata nel 2020 dagli effetti della pandemia. Lo ha affermato ieri la Banca africana di sviluppo (AfDB) presentando l’Africa Economic Outlook 2021. La stessa AfDB ha però avvertito che povertà e debito pubblico continueranno ad aumentare.
La contrazione del 2,1% dell’economia panafricana nel 2020 è stata la prima recessione in mezzo secolo, ma dovrebbe lasciare il posto a un’espansione del 3,4% quest’anno, si legge nel rapporto pubblicato ogni anno dalla principale istituzione finanziaria continentale. Un dato di cpo superiori al 3,1% stimato invece dal Fondo monetario internazionale.
A crescere di più secondo i dati della AfDB dovrebbero essere Marocco, Tunisia e Mauritius grazie soprattutto a una prevista ripresa dei flussi turistici. Per questi tre Paese la stima di crescita è del 6,2%. Intorno al 3% sarà la crescita di Paesi come Algeria, Nigeria e Angola le cui economie dipendono fortemente dall’esportazione di idrocarburi; stessa soglia dovrebbe raggiungere la locomotiva sudafricana. Paesi con economie più diversificate come Etiopia e Costa d’Avorio viaggeranno intorno al 4%.
Le preoccupazioni riguardano invece la tenuta dei bilanci pubblici a fronte di un peso del debito che è nel frattempo cresciuto in maniera significativa. A livello continentale il rapporto medio debito/Pil è aumentato da 10 a 15 punti percentuali con alcuni Paesi più esposti di altri.
“Gravi sfide per il debito potrebbero incombere, e insolvenze disordinate e lunghe risoluzioni potrebbero diventare un grosso ostacolo al progresso dell’Africa verso la prosperità”, ha scritto nel rapporto il presidente dell’AfDB Akinwumi Adesina. “Dobbiamo affrontare le sfide del debito e del finanziamento dello sviluppo dell’Africa, in collaborazione con la comunità internazionale” e con i creditori privati, ha aggiunto.
Adesina ha anche esortato i leader politici a mettere in atto “audaci riforme di governance per eliminare tutte le forme di fuga di risorse pubbliche, migliorare la mobilitazione delle risorse interne e aumentare la trasparenza”.