In Africa, la radio è una compagna di vita che scandisce i momenti della giornata di milioni di persone. Nel continente, secondo i dati forniti dall’Unesco (agenzia Onu per l’educazione, la scienza e la cultura) in occasione del World Radio Day che si celebra oggi, tra l’80% e il 90% delle famiglie ha accesso a una radio funzionante. Una percentuale altissima che supera quella media dei Paesi in via di sviluppo che si attesta sul 75%.
Le radio sono ovunque. In auto. In moto. Nelle abitazioni. In campagna. Sono emittenti nazionali, ma anche locali. Negli ultimi anni si è assistito a un’esplosione nel numero di stazioni, in particolare quelle che trasmettono nelle lingue locali. Quelle che in Africa orientale sono conosciute come radio vernacolari. L’esempio più vivido di questa tendenza è l’Uganda, dove ora ci sono oltre 150 stazioni radio, il 69% delle quali si rivolge a un pubblico nelle 38 diverse lingue del Paese.
Non sono solo emittenti pubbliche, ma anche private. La radio commerciale locale è cresciuta nell’Africa subsahariana in media del 360% tra il 2000 e il 2006 e quella radio comunitaria è cresciuta in media di un sorprendente 1.386% nello stesso periodo. Ad esempio, nella Rd Congo ci sono ora oltre 150 stazioni radio comunitarie quando erano solo dieci nel 2000
Sebbene i nuovi media come Internet, smartphone e piattaforme di social media siano aumentati negli ultimi decenni, la radio è rimasta lo strumento che raggiunge il pubblico più ampio in Africa. Alcune delle statistiche dell’Unesco sull’impatto della radio in Africa sono esemplificative. L’83% dei tanzaniani ha dichiarato di ricevere notizie e informazioni dalla radio, rendendola leader di fonti sia mediatiche che non.
La radio è il mezzo più accessibile e utilizzato anche in Zambia. L’accesso alla radio e alla televisione nelle aree urbane è pressoché uguale (85% per la radio e 79% per la TV) mentre nelle zone rurali la differenza è più significativa (68% per la radio e 26% per la TV). Per la maggior parte degli ascoltatori in Kenya la cosa più popolare appresa dalla radio è stata la politica, con il 21% che la indica come la cosa che ha imparato di più.
Secondo l’Unesco, la radio è il mezzo più affidabile ed economico per lo scambio di informazioni e conoscenze in molte comunità in cui l’accesso all’elettricità, a Internet e alla televisione non è sempre possibile. Offre anche un’opportunità per le piccole comunità, le cui voci non sono ascoltate, su un mezzo più ampio, di esprimersi su argomenti delicati che interessano il loro Paese o comunità, mentre sono allo stesso tempo protetti da «una voce».