Di Andrea Spinelli Barrile
La Tanzania sta combattendo per fronteggiare e arginare la diffusione di una “misteriosa malattia” che, ad oggi, ha causato la morte di tre persone e l’infezione di altre venti: la malattia è identificata come simile leptospirosi e porta al sanguinamento copioso dal naso. Secondo la ministra della Salute della Tanzania Ummy Mwalimu la malattia viene trasmessa all’uomo da roditori, cani, antilopi e uccelli selvatici. Aifello Sichalwe, direttore sanitario del ministero della Salute della Tanzania, ha dichiarato che un team di esperti medici ha lavorato nella regione sud-orientale di Lindi per identificare la malattia. Uno degli infetti è ancora ricoverato in ospedale.
Se l’origine e la tipologia della malattia è ancora non completamente chiaro agli scienziati, quello che è certo è che la Tanzania sta affrontando un’altra malattia zoonotica mentre ancora fatica a riprendersi dalla pandemia di Covid. La causa, secondo la ministra Mwalimu, è strettamente connessa alla distruzione degli ambienti naturali di questi animali: “La distruzione ambientale ha portato gli animali selvatici in stretta interazione con le persone”, ha detto all’agenzia turca Anadolu. Il presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan ha dichiarato nei giorni scorsi che l’infezione emorragica (i cui sintomi includono febbre, mal di testa, affaticamento e sangue dal naso perpetuo) è stata causata dall’interazione umana con la fauna selvatica da quando le persone costruiscono insediamenti nelle vicinanze delle foreste. L’allontanamento forzato degli animali selvatici dai loro habitat naturali li ha costretti ad avvicinarsi agli insediamenti umani.
I patogeni zoonotici stanno facendo sempre più un salto dagli animali all’uomo a causa del cambiamento dell’ambiente: lo ha affermato Cecilia Mville, virologa dell’ospedale per le malattie infettive di Kibong’oto nel Kilimangiaro: “Molte specie animali, inclusi i roditori, possono ospitare agenti patogeni senza essere colpiti a loro volta” e per questo gli animali selvatici che migrano o hanno ampi territori, comprese le antilopi, sono vettori efficaci. “Non ho mai visto una malattia così strana, ho avuto le vertigini e sanguinavo perennemente dal naso fino a quando ho perso conoscenza” ha detto Rashid Kassim, un residente di Lindi che è stato infettato.
La scorsa settimana l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha sottolineato che negli ultimi dieci anni si è registrato un aumento del 63% del numero di focolai zoonotici nella regione. Il continente africano sta affrontando un rischio crescente di focolai causati da agenti patogeni zoonotici, come ad esempio il noto virus del vaiolo delle scimmie che ha avuto origine negli animali e poi ha cambiato specie e infettato gli esseri umani. L’Oms ha registrato in Africa 1.843 rischi per la salute pubblica tra il 2001 e il 2022, di cui il 30% erano focolai zoonotici.
La crescente domanda di cibo, il rapido processo di urbanizzazione e l’invasione dell’uomo nei santuari della fauna selvatica rappresentano alcuni dei motivi di tali focolai secondo Matshidiso Moeti, direttrice regionale dell’Oms per l’Africa. “I cambiamenti nelle condizioni ecologiche hanno portato animali come le antilopi a fuggire dai loro habitat naturali e a nutrirsi dei prodotti agricoli” ha detto Mary Nyalu, un’epidemiologa veterinaria senior nella regione del Kilimangiaro, all’Afp. Secondo Nyalu lo spillover della fauna selvatica è causato dal cambiamento nell’uso del suolo, inclusa la distruzione delle foreste per l’energia e le attività edilizie: “Quando gli esseri umani invadono gli habitat della fauna selvatica, aumentano le possibilità di contatto diretto con specie infette che possono trasmettere agenti patogeni mortali”.